Samantha Galassi, toscana che ama Orezzo: dal ciclismo allo skyrunning
Atleta di alto livello, è campionessa italiana di staffetta in montagna con una sua grande amica, Alice Gaggi, più volte in nazionale. È diventata una cosa sola con la società la Recastello RadiciGroup
di Marco Oldrati
Se non fosse per internet potrei dirvi di aver parlato con un corridore “qualunque”, ma non è così: Samantha Galassi è un’atleta di alto livello, campionessa italiana di staffetta in montagna con una sua grande amica, Alice Gaggi, più volte in nazionale di corsa in montagna, vincitrice di manifestazioni e gare di rilevanza nazionale. E allora? Che cosa ci fa in una rubrica dedicata alla corsa “per passione”, quella dei tapascioni? A dire il vero è bastato qualche minuto di conversazione al telefono con lei per capire che avevo a che fare con una donna, innanzitutto, innamorata di quel che fa in una maniera così semplice e genuina da far sembrare facile anche l’impresa più difficile. E poi che la sua passione era dello stesso segno di quella della maggior parte di noi.
Samantha è un capolavoro di immediatezza: dopo aver corso in bicicletta dai dodici anni sulle colline toscane, trasloca a Gazzaniga, anzi, a Orezzo e decide di scendere dalla bici. Strano, una che arriva nel tempio di BeppeTurbo Guerini e smette di pedalare corre il rischio di annoiarsi… e infatti per non annoiarsi accetta l’invito di Luciano Merla, presidente della Recastello RadiciGroup e comincia a correre in montagna.
Anzi, comincia a correre e, come dicevamo nel numero scorso, sceglie di ascoltare i consigli di un amico, un altro personaggio già noto ai nostri aficionados, Carlo Magni, il pianista. E i consigli sono importanti, soprattutto quando arrivano da uno che di ritmi se ne intende: Samantha si lascia convincere da Carlo a correre la sua prima mezza maratona e – neanche a dirlo – non solo arriva al traguardo nonostante pensasse di crollare prima, ma ci arriva nel tempo pronosticato da Carlo, detto appunto “il metronomo”.
Ma voi direte, una toscana a Orezzo è un po’ come un violoncellista a Woodstock. E qui cominciate a sbagliarvi, perché Samantha s’innamora di Orezzo, anzi, de Oresc come dicono da quelle parti, impara ad amare monti, sentieri, gente, abitudini, dialetto (perfino il dialetto orobico, per una nata nella terra natale della lingua italiana!) e diventa una cosa sola con la società che l’ha trascinata su per i bricchi, al punto da entrare nel comitato direttivo della Recastello.
Ma non finisce qui, perché comincia a vivere anche una dimensione della corsa che le dona gioia: per lei, reduce da uno sport che comunque faceva leva sul gioco di squadra come il ciclismo, la corsa si rivela ancor più forte per il legame che costruisce con i compagni. Certo, all’inizio è l’unica donna in un gruppo di soli uomini, ma Samantha è attrezzata al maschilismo sportivo dai tempi della bicicletta e la sua grinta diventa uno stimolo per gli altri skyrunner della Recastello, in una specie di rincorsa reciproca a chi arriva prima con il sorriso sulle labbra.
E c’è di più, molto di più, c’è l’amicizia con Alice Gaggi, la campionessa mondiale del 2013, un’amicizia nata senza bisogno della corsa, ma diventata ancora più solida nel rapporto intenso che le due atlete vivono correndo in staffetta, dando il massimo in un tandem che ha pochi eguali in altri sport, perché vive non del lavoro di uno o di molti a servizio di una star, ma della collaborazione e della condivisione massima fra persone che si stimano e che danno il massimo per un risultato collettivo.
La sua dichiarazione d’amore per la corsa è totale, mentre parliamo al telefono mi sembra di vederla sorridere quasi entusiasta al pensiero della strada fatta dall’essere l’unica donna della Recastello al bel gruppo di pink runner che scorrazza fra Val Vertova e Val Gandino a caccia di rampe e sentieri per allenarsi, ma c’è anche l’amore per quelle montagne così poco famose ma ormai così familiari da aver trasformato Orezzo nel proprio paese delle meraviglie.
Ma non solo, rimane dentro le parole di Samantha forte la semplicità di questa passione, che prima era “intermediata” da una bicicletta, oggi è vissuta in piena sintonia con il terreno, con le salite, con le discese e con i falsopiani. Nata come “scalatrice” anche per le sue premesse ciclistiche, con il tempo si è attrezzata di una reattività neuromuscolare che le consente di andar forte anche quando la strada punta verso il basso, senza paura e con la giusta forza ed elasticità, grazie anche ai preziosi e attenti consigli di quel Luciano Merla che non ha mai smesso di seguirla come allenatore e quasi secondo babbo, come dice lei.
Ma c’è una cosa di Samantha che Samantha non dice se non fra le righe: la sua gioia è quella di condividere la passione che prova per questo sport, per il grande dono della fatica all’aria aperta. La dimostrazione? Non ce l’ha raccontata lei, ma il suo amico Carlo Magni, che domenica l’altra ha fatto un lungo, trentaquattro chilometri su e giù per la ciclabile della Val Seriana. E lei sapete che cosa ha fatto? Lo ha accompagnato in bici, filmando pezzi di corsa, incitandolo e tenendogli il ritmo. Per me e anche per Carlo ha vinto un campionato più grande di molti altri, quello dello sport che unisce. Per voi?