Curiosità

Sanchez, il braccio destro di Giorgio Gori, è diventato italiano: «Mi sono emozionato»

Francese di nascita, ma cresciuto nel nostro Paese, quattro anni fa aveva chiesto la cittadinanza

Sanchez, il braccio destro di Giorgio Gori, è diventato italiano: «Mi sono emozionato»
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A 58 anni compiuti, Christophe Sanchez, capo di gabinetto del sindaco Giorgio Gori e amministratore delegato di Visit Bergamo, è diventato cittadino italiano.

Ma come, non lo era già? No, perché pur essendo cresciuto in Italia, pur avendo frequentato le scuole e lavorato per decenni nel nostro Paese, l’uomo ombra del sindaco è nato in Francia, a Parigi, e francese è rimasto.

Fino a qualche settimana fa, quando un messo comunale ha suonato alla porta di casa sua a Carnate per annunciargli che la sua richiesta di cittadinanza italiana avanzata quattro anni fa era andata a buon fine e che avrebbe dovuto presentarsi in Comune per il giuramento. «Mi sono emozionato», ammette l’inflessibile Sanchez. E ancora abbassa gli occhi per nascondere l’imbarazzo.

Perché ha aspettato così tanto a chiedere la cittadinanza?

«Perché fino a quando avevo 40 anni non esisteva un accordo bilaterale: se avessi chiesto di diventare italiano avrei perso la cittadinanza francese, e questo non mi andava».

Avrebbe comunque potuto chiederla molto tempo fa, è sposato con un’italiana...

«Sì, da 31 anni, e quindi non sarebbe stata neppure una richiesta, ma un diritto. Però per ottenerla ci ho messo lo stesso quattro anni e passa, pur essendo un cittadino comunitario, pensa un po’ gli altri...».

Com’è stata la cerimonia?

«Non entusiasmante. È arrivata la sindaca, è stata data lettura dell’atto e c’è stato il mio giuramento: “Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, al suo capo (la formula dice proprio così), e alla Costituzione”. Niente di particolare. Mi ero invece emozionato la mattina in cui era arrivato a casa il messo comunale».

E perché si è emozionato?

«Perché dopo una vita trascorsa qui, finalmente diventavo italiano».

Vuol dire che ci teneva...

«Moltissimo. Anche perché era un po’ una contraddizione lavorare da nove anni per il pubblico e non essere un italiano».

Che cosa comporta la cittadinanza?

«Adesso posso votare anche per le politiche, non solo per le amministrative e per le europee. Guardi, mi è arrivato proprio oggi il certificato elettorale».

Ma poi ha festeggiato?

«Certo. Sulla chat di famiglia ho postato questo grande evento».

Che cosa le suggerisce questa novità?

«Senta, io a livello culturale sono profondamente italiano, ho studiato qui... E allora ho pensato a tutti quei ragazzi di altri Paesi che vanno a scuola da noi, conoscono la lingua, la cultura, hanno amici italiani e poi stentano a prendere la cittadinanza. Mi sembra veramente una “belinata” enorme. Io da ragazzo francese in Italia non potevo partecipare a concorsi pubblici, avrei voluto fare l’insegnante di filosofia e non ho potuto farlo. In ogni caso ho avuto altre possibilità di carriera. Ma pensi a questi ragazzi, a quanto sarebbe emozionante per loro se una mattina un messo comunale bussasse alla loro porta e dicesse: buongiorno, lei da oggi è italiano».

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