Santa Salaberga
Che notizie ci sono in giro oggi? Quando si comincia così la cosa più saggia è rivolgersi a qualche santo. Quelli del 22 settembre sono: Emmerano di Ratisbona, vescovo e martire; Felice IV, papa; Felice e Costanza, martiri; Fiorenzo di Gionne, eremita; Ignazio da Santhià; Maurizio e compagni, martiri della Legione Tebana; Salaberga, badessa; Settimio di Jesi, vescovo e martire; Silvano di Levroux.
Per Bergamo e la vicina Svizzera san Maurizio è il compagno d’armi di sant’Alessandro. Un cenno dunque lo meriterebbe. Settimio di Jesi sembrerebbe il patrono delle fiorettiste, ma le ricerche sarebbero troppo lunghe. Sant’Ignazio da Santhià viene invocato quando si lascia la Venezia-Torino per andare in Val d’Aosta. Santa Salaberga è quella che presenta il maggior appeal e quasi quasi ci vien fatto di parlare di lei.
Nacque a Toul, in Alsazia, in anno imprecisato. Che sia morta a Laon - nel nord della Francia, vicino a Reims - nel 655 è invece certissimo. Era nobile. Alcuni la chiamavano come s’è detto, altri Sadalberga. Suo padre si chiamava Gundoino e suo fratello Leudino, santo pure lui, che dopo anni di matrimonio con una certa Odilia prese con lei la decisione di ritirarsi a vita monastica e finì vescovo.
Salaberga non ci vedeva bene, da piccola. Forse era cieca. Fu guarita da sant’Eustasio (o Eustachio) un monaco di Luxeuil-les-Bains, abbazia fondata da San Colombano attorno al 590. Eustasio era il prediletto di Colombano. Per questo molti dicono che a render la vista a Salaberga fosse san Colombano in persona: noblesse oblige. Wikipedia riferisce che, divenuta adulta, Salaberga andò sposa dapprima ad un uomo che morì due mesi dopo le nozze e successivamente ad un nobiluomo, Blandino, dal quale ebbe cinque figli.
Per sapere come si chiamasse il defunto bisogna ricorrere all’Enciclopedia Cattolica, che alla voce Soisson (la Diocesi cui appartiene Laon), ci fa sapere che tra i santi di competenza sono annoverati: san Boeziano (Bosan), marito di santa Salaberga, e san Balduinuo martire, suo figlio. Dato che Baldovino era figlio dell’altro, se ne deduce che Boeziano fosse il marito morto. Oltre a Balduino, che era l’ultimo, Salaberga ebbe Saretrude, Ebana, Anstrude, e Eustasio, che morì da piccolo.
In famiglia però zio Leudino doveva aver fatto scuola. E infatti anche Salaberga e Blandino, dopo qualche anno di felice vita insieme decisero di comune accordo di fare vita separata prendendo la via del monastero. Lui divenne eremita e lei entrò in convento a Poulangey. Che dovette tuttavia parerle un tantino distante dai luoghi delle sue memorie d’infanzia e di adolescenza se è vero che a un certo punto decise di uscirne per fondare il convento di San Giovanni Battista a Laon, del quale fu badessa. L’Enciclopedia Cattolica riferisce che fondò altre sette chiese nella zona e che, alla sua morte, il suo posto di badessa fu preso dalla figlia Austrada (o Anstrude), che secondo altre fonti non sembrava affatto contenta dell’incarico.
Oltre a far figli cui imponeva nomi assurdi, fondare chiese e frequentare santi - parenti o no che fossero - rendersi disponibile a cambiar sede, lavoro e stato civile non constano azioni di rilievo nella vita della santa di oggi. Ma questo non dipende da lei. Ciascuno di noi ha la vita che ha. Va bene così.