Sara Danius, colei che sceglie il premio Nobel per la Letteratura
Foto di copertina di Elisabeth Toll
Una delle cose più importanti del rivolgere appelli per la vittoria del Nobel per la letteratura è sapere a chi rivolgerli. Quella donna, con quella meravigliosa camicia di seta verde sottobosco che giovedì scorso annunciava la vittoria di Ishiguro è la persona giusta e si chiama Sara Danius. Da due anni, all’età di 53 anni, è diventata segretario perpetuo dell’Accademia di Svezia, la prima donna da 229 anni ad assumere questo ruolo e siede sulla sedia numero sette. Che, in altre parole, significa che è suo compito interpretare la volontà di Alfred Nobel, «scovare ogni anno lo scrittore che si sia maggiormente distinto per le sue opere in una direzione ideale». Più banalmente, che Bob Dylan è tutta colpa sua.
La donna che ama Proust. Guardando più da vicino questa donna, che sembra così rigorosa – con quel profilo di mascella così scandinavo – troviamo, in realtà, una professionista molto particolare. Quel ruolo così prestigioso all’Accademia di Svezia le è stato assegnato per la sua brillante carriera nell’ambito della letteratura, il suo CV è veramente impressionante. Ma non siamo davanti a un topino da biblioteca, piuttosto a una ragazzina che divora romanzi anche la notte, che è diventata grande. La cattedra di Sara Danius è quella di “estetica” e questo può darci un piccolo suggerimento su chi sia la donna di cui parliamo. Il suo vero amore si chiama Marcel Proust, ed è a lui, infatti che ha paragonato Ishiguro, premiandolo. Lo ama così profondamente e teneramente, che in un suo lavoro, analizza la passione di Proust per la fotografia. Siamo ben oltre le tesi su La Recherche.
Non solo letteratura. Non solo letteratura, però, nel suo passato c’è di tutto: è stata cameriera, giocatrice di basket, appassionata di cucina. Niente di Sara Danius ricorda una professoressa ingessata che guarda al di là della sua cattedra con occhi severi, anzi. L’approccio è sempre fresco e incuriosito. In uno dei vari saggi sull’arte di cucinare che ha scritto, infatti, ha analizzato l’evoluzione della figura della casalinga svedese comprando le quattro edizioni dello stesso libro di ricette, pubblicate dagli Anni Sessanta ad oggi. Come se in Italia studiassimo il fenomeno delle casalinghe dal quaderno della nonna al ricettario di Benedetta Parodi. Non so a quale illustre accademco potrebbe mai venire un’idea del genere.
La nota finale. Ad ogni modo, ogni tanto questo approccio pop pare sfuggirle di mano: sembra infatti che, anche se condivisa dagli altri membri, la proposta di Bob Dylan sia stata orchestrata proprio da lei. Chiude il CV – in quella parte dove i comuni mortali scrivono che hanno capacità di problem solving, sono resilienti e amano la lettura – la voce “croupier professionista”. Non c’è niente da fare, qualsiasi cosa tu pensi di fare o non pensi di fare, Sara Danius la fa meglio.