Campioni bergamaschi

Nicola, l'astro nascente del basket

Nicola, l'astro nascente del basket
Pubblicato:

Giovanissimo e già un giramondo con il basket nel sangue. Parliamo del playmaker di Bergamo Nicola Savoldelli, reduce da un’annata dai toni altissimi a Valsesia, in B, e pronto per la prossima stagione con Rieti in A2. Classe ’97, 183 cm per 78 chili, il talentino scuola Excelsior e BluOrobica (cui si somma una piccola parentesi in quel di Roma) ha raccolto cifre rilevantissime con la canotta arancionera piemontese: nella regular season ’16-‘17 ha realizzato 285 punti in 27 partite, cioè 10.6 punti, 2.5 rimbalzi e 3.7 assist in 29’ di utilizzo medio. Nella sua carriera giovanile ha stabilmente giocato nelle selezioni nazionali di categoria, senza dimenticare la “perla” del 2011, ovvero il titolo di Campione d’Italia a Caorle alle Finali Nazionali Under 14 del torneo 3 vs 3 Join the Game della FIP. In ambito senior, oltre a quella della prima squadra trevigliese nel 2015-2016, ha vestito le canotte di Stella Azzurra Roma (Serie B) e Basket Veroli (nell’allora A2Gold). Con questa intervista, continua quindi il nostro viaggio nel panorama dei professionisti bergamaschi della palla a spicchi.

Nicola, hai cominciato da piccolissimo a familiarizzare con la palla a spicchi. Chi è stato fondamentale nel tuo primo approccio?
«Mio papà, Claudio, allenatore e istruttore (a quel tempo tra le file dell’E xcelsior Pall. Bergamo, sodalizio nel quale ritornerà nella stagione 2017-2018, ndr). Anche se, a dire il vero, ero molto combattuto tra calcio, da buon tifoso dell’Atalanta, e il basket. Poi la scelta, la pallacanestro, e per ora non me ne pento».

La tua carriera giovanile è stata scintillante e costellata di successi di squadra e riconoscimenti individuali. Quali sono, per te, due ricordi indelebili?
«Sono davvero tanti i momenti speciali. Tra l'inserimento nel miglior quintetto della Finale Nazionale Under 15 nel 2012, la partecipazione all’Europeo Under 16 e al Mondiale Under 17 in maglia azzurra, le Final Four a Madrid per l’Adidas Next Generation Tour dell’Eurolega e la grande vittoria finale con la conquista dello scudetto Under 19 Eccellenza del 2015 insieme alla Stella Azzurra Roma, non saprei cosa scegliere!».

 

 

Per i regolamenti federali sei ancora un under, eppure puoi già vantare una corposa carriera tra i senior. C’è un compagno di squadra o un allenatore con cui hai sviluppato un feeling particolare?
«Ogni professionista con cui ho avuto a che fare, che sia allenatore o giocatore, mi ha portato qualcosa nel processo di miglioramento tecnico e umano che mi servirà nel mio futuro. C’è, piuttosto, una frase che mi è rimasta impressa, un pensiero pronunciato da un mio compagno ai tempi dell’esperienza romana: “Non dimenticarti mai dei tuoi sogni”. Se vogliamo entrare un po’ più nel dettaglio, sicuramente Diego Flaccadori merita una menzione speciale: siamo cresciuti insieme e poi esplosi con la stessa maglia in ambito giovanile. Ci siamo scoperti grandi amici fin da subito, sia in campo che fuori: gli faccio quindi un grande in bocca al lupo, visto che sta portando in alto la bandiera di Bergamo in Nazionale. Sul fronte dei coach, invece, cito Mauro Zambelli, Raffaele Braga, Roberto Maltecca e Andrea Schiavi: oltre a essere stati grandi allenatori, si sono rivelati veri e propri “professori di vita”».

Nel 2015 hai firmato un triennale con la Remer, poi hai fatto un anno a Treviglio con coach Vertemati e uno a Borgosesia da assoluto protagonista. Adesso? Quali news di mercato ci regali? Torni a “casa”?
«Nessun ritorno a casa previsto: dopo l'ultimo anno a Borgosesia, mi lancio in una nuova avventura carico e motivato. E con ogni probabilità la mia prossima destinazione sarà l’NPC Pallacanestro Rieti, nel Girone Ovest della A2. Ci andrò con sicurezza e nessun timore».

 

 

Il professionismo sportivo non è una strada semplice: come ti vedi nel futuro prossimo? Quali progetti o attività stai portando avanti oltre al basket?
«Per ora mi concentro sulla mia carriera: questi sono gli anni più importanti per la formazione professionale. Cercherò di sfruttarli nel miglior modo possibile, per fare del basket il mio principale punto di riferimento».

Salutiamo i nostri lettori con un pensiero sulla situazione della pallacanestro a Bergamo?
«Sinceramente, rispetto a qualche anno fa, i risultati a livello giovanile non sono granché esaltanti, anche se mi pare che l'interesse e la voglia di fare pallacanestro nei giovani non manchi di certo. Per quanto riguarda l’ambito senior, per raggiungere i più alti livelli nazionali è fondamentale avere programmazione e tanta pazienza, senza trascurare la crescita dei giovani bergamaschi».

Seguici sui nostri canali