Multe e restrizioni

Sergio Gandi, lo sceriffo del PD? «Certe critiche mi fanno ridere»

Sergio Gandi, lo sceriffo del PD? «Certe critiche mi fanno ridere»
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Lui, il più di sinistra di questa Giunta di centrosinistra, lodato da Lega, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e dintorni. Merito degli ultimi provvedimenti che Sergio Gandi, vicesindaco e assessore al Bilancio e alla Sicurezza a Palazzo Frizzoni, ha attuato: la chiusura di alcuni distributori automatici diventati piccoli centri di spaccio, le multe ai ragazzotti che bighellonavano ai Propilei e il divieto di consumo di bevande alcoliche in contenitori di vetro nei principali parchi e in diverse aree verdi della città. Piccole azioni, che nel concreto hanno però dato una netta sterzata alle politiche sulla sicurezza della Giunta. Tanto da portare in dote a Gandi l’appellativo di “sceriffo”.

Lei si sente un po’ sceriffo?
«Guardi, quel termine lo hanno usato solo alcuni suoi colleghi, salvo poi ironizzare sul nomignolo che loro stessi mi hanno affibbiato. È paradossale la cosa, dai. E poi dello sceriffo io non ho proprio niente».

Però, in questo marzo, ci ha dato dentro con i provvedimenti.
«Le posso assicurare che è assolutamente casuale il fatto che si sia arrivati alla loro attuazione nello stesso momento. Tutti e tre i provvedimenti, infatti, hanno una genesi lontana».

Partiamo dai distributori.
«Era da tempo che cercavo di risolvere un problema diventato rilevante, soprattutto per la zona di via Bonomelli e dintorni. Quella è una delle aree più critiche della città per questioni di piccolo ma diffuso spaccio. Il mio obiettivo era chiudere i punti vendita, ma purtroppo l’Amministrazione non ha questo potere. Abbiamo quindi cercato una strada diversa con l’intento di indurre le attività a migrare in altre aree della città».

E ce l’avete fatta.
«Sì: a fine anno abbiamo modificato la normativa in materia di incentivi, rendendo i contributi amministrativi erogabili anche in favore di realtà con finalità lucrative. Abbiamo fatto un bando pubblico ad hoc mettendo a disposizione dei finanziamenti (ventimila euro in totale) in favore di chi si fosse impegnato a chiudere e non riaprire nella stessa via o nelle vicinanze da qui ai prossimi tre anni. Alla fine hanno aderito l’impresa che gestiva il punto di via Bonomelli e quello di via San Giorgio, e quella che gestisce uno dei due spazi in Borgo Santa Caterina. Ha funzionato ed è una strategia che non escludo di replicare. Laddove non ho potere d’imperio, sfrutto il potere di convincimento».

Non teme che la Corte dei Conti possa contestare questo utilizzo del denaro pubblico?
«C’era un problema di sicurezza e nessun’altra soluzione. Abbiamo fatto tutto regolarmente, alla luce del sole. Non vedo dove sia il problema».

E la multa ai ragazzini?
«Anche in questo caso, erano mesi che ci occupavamo del problema. Nel mio ufficio ho ricevuto Rebussi, Lorandi e molti altri commercianti della zona dei Propilei. Tutti lamentavano la stessa situazione legata all’atteggiamento di alcuni ragazzi. Non stiamo parlando di criminalità, sia chiaro. È un problema di mera maleducazione».

Ma cosa facevano di così grave?
«Mandavano a quel paese i commercianti, sporcavano, infastidivano i passanti, bevevano, alcuni fumavano degli spinelli. Ragazzotti che hanno tempo da buttare. Abbiamo provato in ogni modo a mediare e a fare dei richiami. Alla centesima volta, però, basta. E abbiamo optato per la sanzione, sfruttando la norma che prevede il divieto di bivaccare in corrispondenza dei monumenti».

Un escamotage.
«Sì, un pretesto. È ovvio che non multeremo tutte le persone che si siedono sugli scalini dei Propilei. E spero si tratti di un unicum. L’obiettivo è trovare delle soluzioni a queste fastidiose (e nulla più) situazioni prima di arrivare a questo punto. Solo quando non ci sono alternative interveniamo».

Anche il regolamento sul consumo di alcolici è una sorta di extrema ratio?
«Diciamo che anche in questo caso ci sono stati dei precedenti. Qualche tempo fa, ad esempio, siamo dovuti intervenire con un’ordinanza di necessità e urgente al parco Locatelli per risolvere il problema del consumo di alcolici e l’abbandono di bottiglie di vetro. Dopo aver risolto quel problema, la situazione s’è presentata in maniera molto più eclatante al parco della Malpensata, l’estate scorsa. Diversi residenti e i gestori dello spazio giovanile Gate ci avevano chiesto di intervenire e allora ci siamo adoperati mandando delle guardie giurate e chiedendo aiuto al Patronato, che ha inviato delle persone sia a pulire l’area che a controllare un po’ la situazione. Poi, anche lì, abbiamo adottato un’ordinanza contingibile e urgente per limitare l’uso di bottiglie di vetro e il consumo di alcol fuori dalle zone consentite».

Ora però avete inserito la norma nel Regolamento di polizia urbana.
«Il problema è che questi provvedimenti hanno una vita breve, non puoi reiterarli, altrimenti diventano illegittimi. Così abbiamo deciso di fare un intervento strutturale. E siccome è difficile identificare solo alcuni parchi e aree verdi in cui applicare il provvedimento, abbiamo deciso di ricomprendere tutti i punti critici della città, anche su indicazione di alcuni consiglieri. Da questo provvedimento sono però escluse le attività di somministrazione, compresi gli spazi estivi».

La cosa non è però piaciuta a diversi consiglieri di maggioranza.
«Sul tema divieti si è sempre, comprensibilmente, un po’ allergici. Anche perché mi rendo conto che è un provvedimento severo perché abbastanza esteso. Ma se vogliamo risolvere un problema credo che un piccolo sacrificio lo si debba fare. Anche a me è capitato di andare al...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 6 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 5 aprile. In versione digitale, qui.

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