Il passo indietro

Sergio Gandi: «Vi dico perché non mi sono candidato a sindaco di Bergamo»

Esclusivo, parla il vicesindaco: «Bergamo ha bisogno di un primo cittadino a tempo pieno e io con la mia professione di avvocato non mi sentivo di garantirlo»

Sergio Gandi: «Vi dico perché non mi sono candidato a sindaco di Bergamo»
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di Wainer Preda

Sergio Gandi, classe 1969, è da dieci anni il vicesindaco di Bergamo. Persona seria, che fa sempre i conti con la sua coscienza, era sul punto di diventare il candidato sindaco del Pd. Potenzialmente il nuovo primo cittadino. Ma ha deciso diversamente. Ha rinunciato, lasciando spazio a Elena Carnevali. Una scelta che ha fatto scalpore.

Come è maturata la sua decisione di lasciare campo libero a Elena Carnevali?

«Partiamo da un presupposto: il livello di consenso che potevamo raccogliere era identico per entrambi. C’era però la consapevolezza che non si sarebbe andati alla conta con due candidati del Pd. E c’era la volontà di trovare una soluzione. Alla fine, a me la soluzione è venuta abbastanza spontanea».

Perché?

«Ho messo in fila le vicende della mia vita».

Non eravate proprio cinquanta a cinquanta, a dire il vero. Lei, da tutti, era dato in vantaggio.

«Come potenzialità di raccolta del consenso eravamo e siamo pari. Diciamo però che Elena Carnevali è più vocata. Io in alcune cose mi sento sul pezzo, su altre faccio fatica. Non mi sono mai pensato come politico a tempo pieno. Forse è un mio limite».

Quali ostacoli insormontabili ha visto?

«Innanzitutto quelli legati alla mia professione di avvocato. Ho uno studio avviato e rischiavo di buttare vent’anni di carriera: francamente non me la sono sentita. Negli ultimi decenni abbiamo visto la differenza fra un sindaco a tempo parziale e uno a tempo pieno. Il fatto che Gori si sia dedicato alla città a tempo pieno è stato decisamente importante».

Serve un sindaco a tempo pieno a Bergamo?

«A Bergamo serve un sindaco che metta la testa solo sull’amministrazione. Io non avrei potuto garantirlo. In secondo luogo, obiettivamente, Elena Carnevali ha dimostrato in questi mesi di aspirare legittimamente e con trasparenza a quella carica. Dal canto mio, esco da questa vicenda con la convinzione che il Pd di Bergamo sia fatto da persone serie, limpide e leali».

Il vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi
Il vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi

La sua famiglia come l’ha presa?

«Il mio primo pensiero, da padre, è che avrei lasciato i bambini in prima media e li avrei ritrovati anni dopo maggiorenni senza nemmeno accorgermene. In realtà, la famiglia mi ha sempre sostenuto, sollecitato, orientato. Era più un problema mio. Ma per affrontare una campagna elettorale come quella in arrivo, lunga e difficile, di sette mesi, la voglia e la serenità sono fondamentali».

Non ci dormiva la notte?

«Non ho mai dormito molto, in verità».

Ha colpito una sua foto subito dopo l’annuncio. Aveva un sorriso rilassato, come se si fosse tolto un peso.

«In quel momento era venuta meno la tensione accumulata. D’altronde non si poteva più tirare oltre. Entrambi dovevamo una risposta al partito. Quella di Carnevali era chiara. La mia indistinta. Era giusto che chi aveva più determinazione, voglia e desiderio, tempo e grinta fosse (...)

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