Fra Luciano Mologni di Albino aveva doni eccezionali. Un prof: «Predisse il mio futuro»
Un professore calabrese che insegnò in Bergamasca e lo frequentò sta raccogliendo episodi e racconti della vita del cappuccino di Albino
di Bruno Silini
Anche il compianto vescovo di Bergamo, monsignor Roberto Amadei, in una video-intervista del 2014 aveva suggerito quanto fosse «molto opportuno raccogliere testimonianze» che potrebbero aiutare a capire meglio la figura di frate Luciano Mologni di Albino e «permettere alla Chiesa, poi, di valutare se iniziare il cammino di canonizzazione». Da allora l’attenzione sul frate cappuccino si è un po’ affievolita e avrebbe bisogno di nuovi stimoli per penetrare più a fondo la sua biografia.
Frate Luciano Mologni è scomparso 15 anni fa, nel 2007, all'età di 91 anni. Era padre esorcista della Diocesi (riconosciuto dal vescovo Amadei nel 1991) e padre spirituale della beata Pierina Morosini di Fiobbio. Quanti l’hanno conosciuto e beneficiato dei suoi carismi trovano opportuno che si compia uno sforzo per ricordare una figura emblematica per la Valle Seriana e non solo.
L’ultimo lavoro di un certo rilievo risale al 2014. Si trattava di un documentario (con l’imprimatur alla divulgazione dei frati Cappuccini di Albino), girato e montato da Giorgio Rota di Curno con la collaborazione della giornalista Elisabetta Locatelli e di fra’ Alessandro Ferrari. Un lavoro di memoria che acquistava spessore anche grazie alle musiche di Roby Facchinetti. Infatti, il cantante dei Pooh aveva dato l’autorizzazione a utilizzare nel documentario una sua composizione, dal titolo Poeta, inserita poi nell’album Ma che vita la mia.
Fra’ Luciano Mologni (al secolo Marino) arrivò al convento dei frati cappuccini di Albino nel 1961 e vi rimase per 46 anni. Era nato a Pradalunga il 10 febbraio 1916, vestì l’abito cappuccino nel 1934, emise la professione religiosa temporanea nel 1936, quella perpetua nel 1939 e nel 1942 venne ordinato sacerdote. Nei primi anni del suo ministero, ebbe una grave malattia polmonare. Infatti trascorse, dal 1942 al 1950, parecchio tempo all’ospedale e in sanatorio. Superato il momento difficile, dal 1951 al 1961 testimoniò e annunciò il Vangelo fra gli operai e gli emigranti in Svizzera.
La sua presenza ad Albino fu caratterizzata da numerose attività tra cui quella di segretario del seminario minore. Fu apprezzato soprattutto per la sua grande capacità di ascolto di tutti coloro che si recavano da lui per ricevere una semplice benedizione oppure per un aiuto nel discernimento morale. Tanta gente si rivolse a lui portando sofferenze, bisogni, necessità di ogni tipo e fu strumento della Provvidenza per quanti vivevano in condizioni di povertà economica. Padre Luciano scrisse anche diari, poi pubblicati, dove narrò gli incontri con le persone che si rivolgevano a lui. Da questi scritti emerge come si lasciasse provocare dalla sofferenza portando nella preghiera il dolore delle persone. Chi ebbe la fortuna di conoscere frate Luciano lo ricorda come un uomo burbero, schietto ma anche buono e umile.
Un convinto sostenitore delle virtù eroiche di frate Luciano è Marcello Anastasi, già consigliere regionale in Calabria (con la presidenza di Jole Santelli) e ora consigliere comunale di Rizziconi (Reggio Calabria). Anastasi conobbe frate Luciano durante la sua permanenza in provincia di Bergamo come insegnante. «Ho conosciuto padre Mologni nel 1987 - è la testimonianza di Anastasi - in un momento buio della mia vita. Senza che lui sapesse nulla di me sono andato a trovarlo... Mi accolse con grande ospitalità e notevole carità cristiana. Nell’immediato mi rassicurò, addirittura con la capacità di anticipare fatti salienti della mia vita futura. Poi ebbi modo di avere riscontro diretto delle sue profezie, in quanto si sono avverate. Da lì è iniziato un rapporto durato per molti anni (...).