La tragedia

Il ricordo di Silvia, «una di quelle persone che entrano facilmente nel cuore degli altri»

La 26enne, dopo gli studi (si era laureata all'Università di Bergamo) e gli stage, aveva iniziato a lavorare come freelance nel campo della comunicazione. I suoi sogni si sono spezzati nell'incidente di martedì 28 maggio a Treviolo

Il ricordo di Silvia, «una di quelle persone che entrano facilmente nel cuore degli altri»
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Una terribile tragedia quella di cui è rimasta vittima Silvia Brambilla, la 26enne di Lecco morta la mattina di martedì 28 maggio sull'asse, all'altezza di Treviolo, in prossimità dello svincolo per Dalmine.

La ragazza si era laureata all'Università di Bergamo, conseguendo prima il titolo triennale in Scienze della comunicazione e dell'informazione, poi quello magistrale in Informazione, editoria e giornalismo. In seguito, aveva cominciato a lavorare nel mondo della comunicazione e, al tempo stesso, aveva avviato con il padre un progetto immobiliare in Puglia. Un futuro radioso sembrava stagliarsi di fronte a lei, fino a quando invece, purtroppo, l'Audi sulla quale viaggiava non si è invece ritrovata davanti quel camion in panne, con una brusca svolta degli eventi che ha spento una giovane vita.

Le dinamiche dell'incidente

Secondo le ultime ricostruzioni, lei il padre Massimo, 57 anni e alla guida, si stavano dirigendo all'aeroporto di Orio. Poco più avanti, un mezzo pesante, che trasportava ghiaia, aveva avuto un guasto e si era arrestato in prima corsia. Il conducente, un 25enne, aveva messo le quattro frecce e il triangolo per segnalare il veicolo fermo, come prescritto in questi casi. In seguito, aveva chiamato l'assicurazione per far arrivare un carro attrezzi che trainasse il veicolo, liberando così quella parte della carreggiata.

Quando è sopraggiunta la macchina, intorno alle 5 di quella mattina, il camion era bloccato lì da circa mezz'ora. Nonostante la vettura non andasse a forte velocità, ci sarebbe stato un attimo di sorpresa per la scarsa visibilità e, resosi conto dell'ostacolo sulla corsia, il padre della giovane avrebbe sterzato a sinistra per evitare lo schianto, impattando però sul lato anteriore destro contro lo spigolo posteriore sinistro del mezzo pesante, per poi schiantarsi contro il new jersey di cemento. Silvia sarebbe morta sul colpo, mentre il genitore, pur riportando diverse ferite, è rimasto sempre cosciente ed è poi stato ricoverato in codice giallo in ospedale.

Sul posto i primi soccorsi li hanno dati gli automobilisti di passaggio e il camionista, chiamando anche il 112 che ha mandato due automediche, altrettante ambulanze da Bonate Sotto e Bergamo, i Vigili del fuoco di Dalmine e Bergamo, la Polizia stradale e i carabinieri. Sul luogo, anche una pattuglia di Sorveglianza italiana, che ha aiutato a gestire il traffico. Ormai, però, come constatato dal personale medico, per la 26enne non c'era più nulla da fare. Il corpo è stato portato al cimitero di Treviolo e poco dopo è stato riconsegnato ai famigliari. Al momento, la data del funerale non è ancora stata fissata.

Gli studi e l'impegno nel lavoro

Silvia viveva a Lecco, nel rione Bonacina. Dopo il diploma al liceo linguistico, dove aveva studiato inglese, spagnolo e tedesco, facendo anche un'esperienza negli Stati Uniti, aveva deciso di iscriversi all'Ateneo bergamasco. Al tempo stesso, aveva frequentato un corso, vincendo una borsa di studi, con l'Accademia Fiera Milano in marketing e organizzazione di eventi.

Si era anche occupata di comunicazione per una realtà immobiliare di St. Moritz, per poi dare il via, insieme al padre Massimo, di professione architetto, al progetto "Acqua di Puglia", con l'azienda di famiglia a investire in immobili e ospitalità di lusso nella regione del Sud Italia, ristrutturando dimore storiche nei centri e sulle coste salentine. Inoltre, di recente si stava dedicando all'attività di freelance, sempre nel campo della comunicazione.

«Sono una ragazza affidabile e intraprendente - si presentava sul suo account -, alla costante ricerca di nuovi spunti da cui trarre ispirazione. Sono appassionata di tutto ciò che concerne moda e design». Nella sua presentazione per potenziali collaborazioni, spiegava: «Offro la mia consulenza, per aiutare i miei clienti a costruire una brand identity di successo, partendo dalla progettazione di un logo, un sito web, un e-commerce fino alla gestione dei social media e dell’ufficio stampa».

Il ricordo della giovane

Un pensiero alla giovane scomparsa è arrivato anche dall'Accademia Fiera Milano, con la quale era rimasta in contatto anche dopo il suo percorso con loro: «Silvia era una di quelle persone che entrano facilmente nel cuore e ci restano per sempre - hanno scritto sulla loro pagina Facebook ufficiale -. Ci ricordiamo ancora quando sette anni fa venne a uno degli Open day della nostra Accademia. La determinazione era la sua più grande caratteristica, accompagnata da un’intelligenza non comune e dall’innata capacità di riverberare. In aula, a lezione, durante i lavori e poi durante la sua carriera si faceva sempre notare. Era splendida, Silvia. Perché faceva fiorire semi di conoscenza che diventavano mille idee e progetti che portava a termine con passione e grande umiltà».

Per anni, aveva continuato ad aggiornarli, con mail piene di entusiasmo e dettagli sulle esperienze che stava facendo. «Non si dimenticava di nessuno e ci ringraziava sempre per “i bellissimi ricordi di quell'anno speciale”. Le sue parole arrivarono anche nei momenti più difficili, come nei mesi della pandemia. “Un caloroso abbraccio”, terminava così le sue mail. E noi lo sentivamo tutto. In questo momento di dolore infinito tutto quello che possiamo fare è ringraziare Silvia per averci scelti ed essere entrata nelle nostre aule. E restituire il calore dei suoi mille abbracci alla mamma, al papà e alle sue sorelle».

Commenti
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...un abbraccio grandissimo al padre e alla madre....vs figlia vi proteggerà sempre per tutto quello che avete fatto per lei.......

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