Il sorriso più bello di Hollywood e cinque film per festeggiarlo
Verso la fine degli anni Ottanta, in piena rinascita cinematografica, comincia a farsi strada una nuova generazione di attori talentuosi, che hanno caratterizzato un certo modo di fare e di guardare i film. Tra questi un posto d’onore spetta senza dubbio a Julia Roberts, che oggi compie quarantasette anni. Simbolo del cinema commerciale americano anni Novanta insieme a molti altri, la Roberts ha lavorato con registi importanti in film anche di notevole interesse stilistico. Tuttavia il suo volto è noto al pubblico con simpatia ed affetto soprattutto per numerose interpretazioni romantiche e sentimentali, che hanno dato vita a personaggi di grande umanità e in cui generazioni di donne hanno saputo riconoscersi. La vittoria del Premio Oscar per la miglior attrice nel 2001 consacra una carriera costellata di numerosi successi di pubblico e critica, con un notevole numero di riconoscimenti vinti in buona parte delle manifestazioni che contano. In occasione del suo compleanno vi proponiamo cinque interpretazioni magistrali, dagli anni Ottanta ad oggi, per ricordare alcune delle sue più celebri trasformazioni.
Dopo gli esordi in sordina, il successo arriva con uno straordinario titolo generazionale, che ha avuto un’eco incredibile nella coscienza del pubblico. Pur non trattandosi di un film d’autore, Pretty Woman rimane un titolo che si riguarda sempre con piacere. Diretto da Garry Marshall (nel 1990) il film, che vede la Roberts in coppia con Richard Gere (altro amatissimo del grande schermo), racconta la vicenda di una prostituta ingaggiata da un ricco uomo d’affari per una settimana. Trascinato da una colonna sonora di notevole spessore e aiutato da un happy ending come non se ne sono mai visti, Pretty Woman è una specie di favola moderna in salsa urbana. Senza dubbio un film non troppo originale, che recupera elementi già sviluppati in altri titoli, ma qui come altrove il giudizio della critica è sempre troppo negativo. L’opera di Marshall fa bene il suo mestiere, intrattiene e a tratti perfino commuove, con una storia – ancora oggi – senza tempo.
Quasi dieci anni dopo (è il 1999), la Roberts torna sul luogo del delitto rovesciando le carte in tavola. Per la regia di Roger Michell, Notting Hill è un altro dei titoli intramontabili degli anni Novanta. Anche in questo caso a fare il film sono i protagonisti, con uno Hugh Grant al suo meglio che realizza, insieme alla sua compagna, il miracolo di rendere interessante un’altra storia piuttosto convenzionale. Julia Roberts interpreta se stessa consegnando un’immagine dell’attrice di oggi piena di simpatica (auto)ironia. Tutto è molto prevedibile, quasi già scritto, eppure non annoia: la costruzione dei personaggi è curata, praticamente perfetta. Anche in questo caso la colonna sonora trascina bene l’azione, miscelando in maniera perfetta gli ingredienti. Ne viene fuori un successo annunciato, campione d’incassi e – miracolosamente – apprezzato anche dalla maggior parte dei critici.
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Il 2001 è l’anno di grazia per Julia Roberts che, grazie a Erin Brokovich – Forte come la verità, si porta a casa l’Academy per la miglior interpretazione femminile come protagonista. Nel film di Steven Soderbergh, Erin Brokovich è una madre disoccupata che tenta di sbarcare il lunario per lei e i suoi figli. Come assistente di uno studio legale verrà a conoscenza di alcune azioni scorrette messe in atto da un colosso industriale e cercherà di far avere giustizia ai cittadini interessati. Tratto da una storia vera, il film evita saggiamente i pericoli del genere, in particolare quello di offrire una storia gonfia di retorica e troppo eroica rispetto alla realtà. L’abilità del regista e di Julia Roberts è stata in questo caso di offrire un ritratto umano della protagonista, mettendone in piena luce i difetti oltre che le qualità etiche. Meritatissimo l’Oscar, che consacra una carriera già di successo ma che vedrà, negli anni a seguire, una serie di interpretazioni ancora più ricercate.
Di nuovo diretta da Soderbergh, la Roberts si ritroverà nel 2001 a far parte del cast stellare di Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco, insieme a buona parte dei volti noti di Hollywood. Il film, che vede la partecipazione fra gli altri di Brad Pitt, George Clooney e Andy Garcia, genererà due sequel non sempre all’altezza del capostipite. Tutta l’azione orbita attorno alla rapina che Ocean vuole organizzare ai danni del proprietario di alcuni importanti casinò di Las Vegas. Supportato da esperti del settore, Ocean organizza un colpo all’insegna della tecnologia che gli permetterà, fra l’altro, di riprendersi sua moglie, di cui è ancora follemente innamorato. Film di genere in stile Colpo grosso, Ocean’s è un ottimo titolo di svago, con un cast di tutto rispetto in cui l’unica parte femminile di spicco è affidata – non a caso – a Julia Roberts.
I Segreti di Osage County diretto da John Wells (2014), è l’ultima fatica della Roberts. Anche in questo film si trova accompagnata da nomi di tutto rispetto nel panorama cinematografico americano e non solo: Meryl Streep e Ewan McGregor solo per citarne un paio. A partire da un’opera teatrale di Tracy Letts, il film sviluppa un dramma familiare che si snocciola a partire da una riunione di famiglia forzata dalle circostanze. Protagonista assoluta di questo crollo borghese è Violet, interpreta magistralmente dalla Streep, vero e proprio centro nevralgico del film. Attorno a lei si dispiega il coro delle figlie con i loro compagni (fra queste c’è proprio Julia Roberts). Girato in Oklahoma, con esterni desertici e solitari, il film mostra in modo crudo ed evocativo la frattura della famiglia come istituzione e le idiosincrasie del cittadino americano medio. La Roberts regala qui un’ottima prova, che conferma ancora una volta la sua qualità di attrice completa, in grado di dare il massimo anche in situazioni più drammatiche e liriche rispetto a quanto ci aveva abituato.