Testimone eccellente per lo stile crudo

Spese 1 mln in droga, ma si salvò Ora le scuole lo vogliono in cattedra

Spese 1 mln in droga, ma si salvò Ora le scuole lo vogliono in cattedra
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Paul Hannaford era il capo di una gang inglese, la criminalità era la sua vita. Poi però ha cominciato a drogarsi, pesantemente, con crack e eroina. Si drogava talmente tanto che è stato sbattuto fuori dalla sua banda. Dopo un lungo percorso di riabilitazione, Hannaford è uscito dalla tossicodipendenza e ha deciso di allontanarsi anche dalla vita criminale. Per guadagnarsi da vivere, lui che certo non sarebbe stato il candidato ideale per nessuna azienda, ha ben pensato di sfruttare il suo passato, rendendolo materia per lezioni “al negativo”, con cui insegnare ai ragazzi cosa non avrebbero dovuto fare, e perché. Ha scoperto di avere un vero talento, in questo campo. La sua franchezza e la sua totale mancanza di tatto lo hanno reso un testimone anti-droga eccellente. I suoi racconti sono estremamente vividi e realistici, e mettono paura ai ragazzi che sono tentati dalla droga. Paul non nasconde nulla, nemmeno i particolari più duri, anche se ovviamente tiene conto dell’età del suo uditorio. Vuole che tutti sappiano cosa accade, quando ci si avvicina al mondo dell’eroina.

 

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A 15 anni aveva già 10 imputazioni. Paul era un bambino come tutti gli altri. Gli piaceva andare a scuola, giocare a football. Con l’adolescenza, tuttavia, sono arrivati i primi guai. È stato trasferito in una scuola media molto grande e ne era spaventato. Voleva sentirsi integrato e così ha cominciato a frequentare i gruppi sbagliati, alcuni ragazzi più grandi di lui, che già fumavano. Paul li imitava, anche se odiava l’odore del fumo. Voleva farsi un “nome”. Poi dalle sigarette è passato alla cannabis, ha perso interesse nella scuola e, poco tempo dopo, è stato espulso. È stato mandato in un centro di recupero per giovani disadattati, ma è servito solo a peggiorare la sua situazione. È stato nel centro, infatti, che ha cominciato ad entrare nel giro del crimine. A 15 anni, Paul aveva già dieci accuse a suo carico. Una volta entrato nella gang, in cui è rimasto per sei anni, la sua vita era ufficialmente posta sulla china dell’autodistruzione.

Verso l’annullamento di sé. Le lotte con i clan rivali gli hanno procurato sette pugnalate, di cui una si è rivelata quasi fatale: «Sono pieno di buchi», racconta oggi. Intanto, la dipendenza dalla cannabis e dall’alcol stava peggiorando. Non è occorso molto tempo, perché gli spinelli diventassero piste di eroina, crack, e cocaina. Nel giro di un anno ho perso interesse in qualsiasi cosa, non si prendeva più cura di se stesso, non mangiava, non si lavava i denti e spendeva 400 sterline al giorno (più di 500 euro) per soddisfare il suo bisogno di droga. Ha incominciato a iniettarsi l’eroina direttamente in vena: «Il primo anno che ero eroinomane, ho perso 30 chili. In due anni, mi facevo in vena. Ho cominciato con gli aghi piccoli. Ma poi le vene delle mani hanno cominciato a essere inservibili, così ho cominciato a farmi nelle braccia, nel collo, nel pene, nelle dita dei piedi, ovunque. Poi ho cominciato a fumare il crack. Quando l'ammoniaca o il bicarbonato di sodio del crack ti entrano in circolo, dopo un po' le vene diventano così rigide che gli aghi si spezzavano dentro la vena e io non andavo all'ospedale che settimane dopo. In seguito ho cominciato a usare aghi più grandi. Aspetta, ti mostro gli aghi, ce li ho in borsa», ha raccontato Paul a Vice. Si drogava fino a cinquanta volte nel giro di 24 ore, usava lo stesso ago anche fino a 100 volte, condivideva le siringhe con sconosciuti. Le vene di Paul hanno cominciato a soffrire di trombosi e due aghi sono rimasti dentro il suo corpo, perché si sono spezzati durante un’iniezione.

 

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Il ricovero in clinica. Gli ultimi anni di assuefazione alla droga sono stati devastanti, per Paul. Non riusciva a stare in piedi e trovava difficile rubare per procurarsi il denaro con cui rifornirsi di cocaina e altro. La sua salvezza, racconta oggi Paul, è stata entrare in una stazione di polizia. Dopo essere stato condannato, è stato legato a un letto d’ospedale e è stato portato in un centro di disintossicazione. Da allora, la sua vita ha cominciato a migliorare, anche se le sue gambe erano così mal ridotte che i medici avrebbero voluto amputarle; il tessuto cutaneo era completamente bruciato. Paul racconta com’è successo: «Dovresti usare ogni siringa una volta sola e poi buttarla, ma io usavo la stessa siringa più di 50 volte. Le ultime dieci volte, era spuntata e dovevo forzarmela nell'inguine. Estraendola, dalle gambe fuoriuscivano sangue e pezzi di pelle, da quanto il sangue nelle mie gambe era coagulato».

La fortuna di essere vivo (e poter raccontare). Paul ha cominciato a parlare ai ragazzi nel maggio 2009. L’idea gli è venuta assistendo al discorso che un suo amico stava facendo ai figli. Paul ha pensato che avrebbe potuto fare lo stesso, con i figli degli altri. Si è recato presso un’associazione giovanile, dove ha raccontato la sua storia a dieci giovani. Il giorno dopo i ragazzi ne hanno parlato al loro insegnante, il quale ha contattato il consiglio scolastico che, a sua volta, ha contattato Paul. Hannaford non ha più smesso di denunciare gli orrori della droga. In sei anni ha parlato di fronte a più di 250mila studenti, a volte organizza anche cinque incontri al giorno. Paul sa di essere sopravvissuto solo per un caso molto fortunato e non vuole sprecare l’opportunità che gli è stata data: «Sono fortunato a essere vivo e poter raccontare la mia storia. Un dottore una volta mi ha detto che le chance di sopravvivere a sette accoltellamenti, due overdose e una quantità di crack corrispondente a un milione di sterline [1,4 milioni di euro] era una su un milione».

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