Stadio, i gorilla fuori dalla Nord Adesso basta con i soprusi
Caro Direttore,
per capire l’aria di repressione che tira a Bergamo, zona stadio, Curva Nord, è illuminante il post pubblicato su Facebook da Sostieni la Curva, a firma di Luca G. «Salve, sono Luca abbonato da quasi 30 anni alla magica Atalanta, da sempre orgogliosamente in Curva Nord. Premetto che non faccio parte degli Ultras, ma sono un Curvaiolo orgoglioso dei ragazzi che portano avanti l'organizzazione. Come sempre anche sabato alle 14.20 sono arrivato con mio figlio di 9 anni al prefiltraggio e ho notato che sulle 4 entrate disponibili solo 2 erano aperte, addirittura a mezzo cancello. Ho visto una grande ressa di persone, molte delle quali molto nervose da questi inutili controlli. Inutili per due motivi, il primo perché richiedere un documento sugli abbonamenti dove c'è la foto é paradossale. Il secondo perché chi non ha un tagliando non va da nessuna parte quando arriva al tornello. Un'altra situazione che voglio evidenziare é l'arroganza di alcuni buttafuori. Si perché non sono steward certi gorilla dal fare minaccioso che se la sono presa anche con dei ragazzini! Ma dove stiamo finendo?! È questo il rispetto per i tifosi di cui parlava il nuovo Questore? Mi permetto quindi di chiedere all' Atalanta Bergamasca Calcio una migliore organizzazione per la prossima partita ed a quei gorilla all'entrata di vergognarsi e di rispettare i tifosi tutti. Sempre forza Atalanta».
Non bastava la tessera del tifoso, micidiale arma di distrazione delle masse dal frequentare lo stadio. Non bastava trimestrale il divieto di trasferta inflitto ai barbari tifosi atalantini, noti per presentarsi nelle città che li ospitano armati di Valcalepio e polenta e osei. Non bastava la discriminazione fra chi possiede e chi non possiede la tessera del tifoso, in vigore per tre mesi e fonte di pesanti danni morali ed economici per l’Atalanta e per i suoi tifosi. Non bastava la chiusura del Baretto in occasione di 4 turni interni dell’Atalanta, decretata ricorrendo a una norma dell’era fascista dall’ex Questore di Bergamo, rimosso in 24 ore e, notizia di stamane, indagato anche per i reati di accesso abusivo al sistema informatico del Viminale e divulgazione del segreto d’ufficio oltre a istigazione alla corruzione, indebita induzione e peculato.
Ci mancava solo il filtraggio del prefiltraggio, la chiusura di due ingressi su quattro per entrare in Curva, la richiesta di esibire i documenti nonostante la tessera di abbonamento con tanto di foto la renda pleonastica, le code e i disagi inflitti anche ai bambini per superare i tornelli, la maleducazione e l’arroganza di alcuni gorilla. Se questo è il dialogo annunciato dal nuovo Questore con la tifoseria dell’Atalanta (che non c’entra evidentemente nulla, dovendosi adeguare alle direttive di chi sovrintende all’ordine pubblico), marca male. Anche perché, nel frattempo, all’Olimpico di Roma, impianto recidivo per atti di inciviltà, gli striscioni infami contro la mamma di Ciro Esposito sono stati puniti dal giudice sportivo con la chiusura per un turno della Curva Sud.
“Fucking idiots and assholes”, “fottuti idioti e stronzi”, chiedendo scusa per la traduzione letterale: così James Pallotta ha definito i responsabili delle offese alla signora Antonella Leardi che, il giorno dei funerali del figlio, ha pronunciato parole di perdono per i suoi assassini e dopo l’oltraggio patito all’Olimpico ha detto «pregherò Dio perché cambi le teste e i cuori di quelle persone», invitandole a frequentare ospedali e luoghi di sofferenza per capire che cosa significhi il dolore. A proposito: avete notizia di un tweet, un post, un sms di umana solidarietà inviato da Renzi e Alfano alla mamma di Ciro?
Ancora una volta, a Roma, zona sempre troppo franca, come a Bergamo, come altrove, anziché accertare e punire le responsabilità individuali, questo Stato debole criminalizza intere tifoserie ed è incapace di imporre l’applicazione delle sue leggi. Ma a Bergamo questo Stato debole va addirittura oltre. Sono trascorsi quasi cinque mesi dagli incidenti post Atalanta-Roma, di cui si ignorano i responsabili mentre i tifosi sbattuti al carcere preventivo e poi rilasciati hanno visto cadere sei dei sette capi dì imputazione: ora hanno solo l’obbligo di firma.
Anziché facilitare l’ingresso allo stadio, questo Stato debole lo rende ancora più faticoso e complicato, con l’aggravante dei gorilla. Mandateli altrove, magari a fare la guardia alle gioiellerie del centro, così non le rapinano.