Stezzano, l’hard rock in oratorio Il nuovo singolo degli Out of Order
Energici, appassionati e metallari fino all’osso. Ecco a voi gli Out of Order, una band formata da quattro ragazzi tra i venti e i ventitré anni, che da qualche tempo si è affacciata alla ribalta della scena musicale bergamasca. I suoi componenti sono Luca Moroni, cantante e bassista, i due chitarristi Gabriele Rota e Davide Cortese e il batterista Alessandro Maffioletti. Quest’ultimo è l’unico stezzanese autoctono, anche se è proprio a Stezzano che gli Out of Order hanno iniziato a farsi conoscere.
Lo stile e il nome. Il loro è un sound forte e deciso, che non ammette compromessi: «Noi lo chiamiamo heavy rock: una via di mezzo tra l’hard rock e l’heavy metal - spiega Gabriele -. Ci ispiriamo agli AC/DC, ma anche a gruppi più “spinti”, come i Motörhead, i Black Sabbath, gli Airbourne e i Pantera». Il loro nome, invece, trae origine dall’ispirazione di Alessandro, che sin da piccolo aveva il desiderio di fondare una band che si chiamasse in questo modo. Un termine che, anche se non siete molto avvezzi alla scena rock e metal, magari avete già sentito nominare, visto che, letteralmente, significa "fuori servizio". Ma malgrado Out of Order stia ad indicare qualcosa di malfunzionante, ciò che di sicuro non ha bisogno di aggiustamenti è la musica di questi ragazzi: un tripudio di energia allo stato puro, in grado di catturare il pubblico e scaraventarlo in un vortice di emozioni.
I palchi e i chilometri. L’ultima esibizione dal vivo è stata al bar Carpe Diem di Stezzano, paese con cui esiste un feeling particolare, visto che i loro concerti hanno animato anche la Festa dell’Oratorio e la Notte Bianca del 2016, in cui il cielo stellato di una torrida estate ha fatto da sfondo a uno dei loro primi live. Da allora hanno messo parecchi chilometri nel motore (non solo metaforicamente, visto che hanno girato molto, dentro e fuori la provincia), acquisendo un solido bagaglio di esperienza: «All’inizio eravamo molto acerbi, soprattutto in termini di presenza sul palco, ma ci abbiamo molto lavorato e ora abbiamo tanta sicurezza in più», dice Luca. «Impariamo sempre tanto dai nostri live - gli fa eco Alessandro -. Il nostro palco di battaglia è il The One di Cassano d’Adda. Lì presentiamo tutte le ultime novità, in modo da testare in tempo reale la reazione del pubblico».
I contest e gli aneddoti. Poi ci sono i contest, la via intrapresa da tante giovani band per farsi strada nel mondo della musica e, al contempo, dare sfogo alla propria grinta in uno stimolante confronto tra colleghi. E proprio in occasione di una sfida musicale andata in scena lo scorso anno, il Verdellino Star Contest, gli Out of Order sono stati nominati migliore band da parte della giuria. Un riconoscimento che non gli ha permesso di portarsi a casa l’ambita vittoria (visto che è stato determinante il voto del pubblico), ma che per loro è stato ugualmente molto gratificante.
Come ogni evento rock che si rispetti, anche queste serate sono infarcite di preziosi aneddoti. Alessandro, per esempio, dice di essere sbarcato alla finale direttamente da un matrimonio, giusto in tempo per la sfida decisiva: «Il tempo di cambiarmi e di preparare la batteria e abbiamo subito iniziato a suonare». Ma in folli serate del genere gli imprevisti sono sempre in agguato: «A un certo punto, a causa del caldo, del trasporto della musica e di tutto il cibo che avevo trangugiato fino a poche ore prima, ho iniziato a grondare sudore e, come se non bastasse, subito dopo si è anche girato un piatto. Ma tutto questo non mi importava e sono andato avanti a suonare, perché mi stavo davvero divertendo tantissimo».
Presente e futuro. Al momento, gli Out of Order stanno attraversando una fase di grande fermento creativo. Recentemente hanno pubblicato il loro primo singolo: I’m Out Of Control; si tratta del loro pezzo più conosciuto, quello che tutti aspettano ai concerti e che non vedono l’ora di cantare a squarciagola: «Questa canzone racconta del nostro lato ribelle e contro-corrente, qualcosa in cui in molti si riconoscono - afferma Luca -. Perché avere tutto sotto controllo non è sempre facile, anzi, in certi casi è bene lasciarsi andare». All’orizzonte c’è la pubblicazione di altri brani e, guardando al futuro, il sogno nel cassetto è quello di incidere un album. Prima, però, c’è da fare ancora molta strada.
Gli Out of Order lo sanno bene: all’interno di un panorama musicale in cui le giovani band hanno una gran fretta di emergere - a qualsiasi prezzo e senza guardare in faccia nessuno - questi ragazzi dimostrano una grande maturità, tenendo i piedi ben piantati a terra: «Al giorno d’oggi spesso ci si fa prendere dai gusti del momento e si cestinano le cose troppo in fretta - dice Gabriele -. Per questo si fa molta fatica a creare un pezzo veramente immortale. Una canzone come Smoke on the water, che andresti avanti ad ascoltare all’infinito». Del resto, i loro modelli di riferimento sono noti per aver iniziato a suonare nel garage di casa, facendosi largo nel mondo della musica a poco a poco. Gli Out of Order vogliono fare lo stesso, inseguendo i propri sogni senza mai perdere di vista la propria identità: «Zakk Wylde, il leader dei “Black Label Society”, dice sempre “suona quello che ti piace”. È questa la regola che noi vogliamo seguire, perché solo così si può essere felici».