La storica vittoria della Polonia
La storia spesso corre su differenze lunghe pochi centimetri. C’è da credere che lo abbia pensato anche Lukas Podolski sabato sera, quando a Varsavia prendeva in pieno la traversa nella gara contro la nazionale di casa. Farà fatica l’attaccante dell’Arsenal a dimenticare quel tiro, tanto potente e perfetto, quanto millimetricamente impreciso: se la palla fosse carambolata poco più in giù forse sarebbe entrata, ed ora saremmo qui a parlare di un’altra partita. Ma nella vittoria della Polonia sui rivali storici tedeschi c’è spazio solo per chi ha fatto gol, e quindi l’onore va ai più sconosciuti Milik e Mila, che lasciano nella valle dei rimorsi gli uomini di Loew e concedono alla nazionale biancorossa il sapore dolce di un 2-0 che gronda storia, tra due Paesi dai destini storici e sportivi intrecciati a filo doppio.
I gol della storica vittoria polacca (e la traversa di Podolsky).
Il pensiero non può partire che da lui, Lukas Podolski, che quel gol l’ha sbagliato e chissà, forse solo per pochi secondi, nella notte del Narodowy avrebbe voluto essere parte della festa del popolo di casa, e magari ripensare a quando scelse di vestire la maglia della Nazionale tedesca abbandonando le origini della famiglia. Nella Germania dei Boateng e dei Khedira, dei Gomez e degli Ozil il suo essere polacco passa quasi inosservato, specie dopo che a luglio l’integrazione calcistica berlinese ha mostrato tutta la sua perfezione nel Mondiale brasiliano. Eppure Podolski aspettava la gara di sabato ed era entrato per fare gol, con addosso la voglia di chi ha un sentimento tutto suo da ancorare ad un pallone. Una voglia che non ci sono coppe che riescono a far a tacere, uno sfizio misto a rivincita – perché in realtà è stata la Polonia non volerlo – che nemmeno la carriera più gloriosa può appagare.
Ma Podolski non ce l’ha fatta, e ad alzare le mani al cielo sono stati i 57mila suoi ex-connazionali, i primi che dopo 33 partite ufficiali sono riusciti a battere i tedeschi. Loro sì che di voglia di rivincita ne avevano tanta. La storia dice che è il primo successo polacco in questa sfida: le altre 18 volte è andata sempre male, al massimo in parità. Una costante decisamente torbida, che va a ritmo con le guerre ed invasioni della Germania sul suolo polacco, ultima quella, terribile, con cui Hitler aprì il secondo conflitto Mondiale. Troppe volte è andata male a Varsavia, troppe volte hanno dovuto subire le mire espansionistiche dei potenti vicini. Tutto ciò senza che il pallone potesse dare, prima di sabato, la possibilità di rifarsi sui tedeschi.
Il video della mitica partita dei Mondiali '74.
Una volta, a dir la verità, i polacchi avevano tutte le carte in regola per farcela. Era il Mondiale del 1974, si giocava in Germania Ovest, e in campo c’era la generazione d’oro della Polonia. Erano i ragazzi, guarda caso, nati proprio all’indomani della fine della dominazione hitleriana, giovani come Grzegorz Lato (capocannoniere del torneo) e Jan Tomaszewski, Kazimierz Deyna e Andrzej Szarmach, Zmuda, Szymanowski, Gut. Avevano eliminato anche l’Italia, e avrebbero dovuto andare in finale se non fosse stato proprio per la Germania Ovest, che neutralizzò la rapidità del gioco polacco grazie ad un campo zeppo di fango. Qualcuno accusò i tedeschi di aver addirittura annaffiato il rettangolo di gioco prima del match, ma per le recriminazioni non ci fu spazio: Mueller e compagni volarono in finale, dove batterono anche il calcio totale dell’Olanda e alzarono la Coppa del Mondo davanti al pubblico amico. Alla Polonia rimase la finale terzo-quarto posto e il rimpianto per un gruppo tanto forte che mai avrebbe potuto ripetersi.
Il video dell'esultanza della Polonia e dell'apoteosi dei suoi tifosi.
http://youtu.be/AVstemcCDyQ
93 anni di calcio può vantare la Nazionale polacca. E mai una vittoria contro i vicini di confine. Sempre batoste. Il successo di sabato sera insegna che nello sport c’è sempre una prima volta e che, in certe circostanze, le prime volte sanno avere un sapore in più. Perché attorno al campo s’assiepa la storia con le sue divisioni: il calcio le catalizza, ma sa renderle più snelle e digeribili, scaricandole su un pallone che rotola e 22 maglie colorate. E con ragazzi dalle storie talvolta beffarde. Basti pensare che i due assist alle reti di sabato sera sono stati fatti da Piszczek e Lewandowski, talenti polacchi della tedeschissima Bundesliga. Non tutti quelli che vanno da Varsavia a Berlino hanno fatto la fine di Podolski. E qualcuno nella notte di Narodowy ha potuto finalmente festeggiare.