Tavecchio, Ferrero, Lotito e la fattoria degli animali
George Orwell aveva ragione. Nella fattoria degli animali tutti sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri. Succede anche nel caravanserraglio del calcio, la cui deriva parolaia, gretta e volgare fa venire il voltastomaco. Soprattutto quando resta impunita.
Il presidente della Samp, Massimo Ferrero, è stato giustamente deferito per la battuta razzista sul 'filippino' Thohir. Peraltro, non pago, il blucerchiato ha twittato una sua immagine mostrante una camicia bianca con la didascalia: "Thohir, che me la stiri questa?". Tweet poi fatto sparire.
Peccato che, sinora, Ferrero sia stato l'unico a essere deferito dalla giustizia sportiva.
Carlo Tavecchio, presidente della Federcalcio, in Italia l'ha incredibilmente sfangata, nonostante il 25 luglio scorso avesse detto che i giocatori extracomunitari mangiavano le banane prima di venire in Italia. Ma, almeno, Uefa e Fifa l'hanno stangato per sei mesi, inibendolo da qualunque attività della federcalcio europea e mondiale e impedendogli perdio di partecipare al prossimo congresso Uefa in programma nel marzo 2015.
Claudio Lotito, presidente della Lazio, consigliere federale delegato alle riforme, a proposito di Beppe Marotta, amministratore delegato e direttore generale ella Juve, ha detto: "Con un occhio gioca a biliardo e con l'altro segna i punti". Era il 26 settembre. Oggi è il 14 novembre. Il procuratore federale Palazzi ancora tace. Ancora non si muove. Ancora non deferisce. Lunga vita ai tifosi che stanno in curva.