Telefonata a Gori di prima mattina (per fargli gli auguri di compleanno)

Auguri sindaco Gori.
«Grazie».
Sono 55. Come si sta lassù?
«Uno non se ne rende conto, ovviamente. Come sa anche lei».
Non ribalti la frittata. È il suo primo compleanno da sindaco.
«Sì. Nel ricordo i miei compleanni sono tutti buoni; però questo mi pare particolarmente pieno di cose da fare, di interessi. Insomma: non sono ancora in pensione».
Che cosa prevede l'ordine del giorno?
«È una giornata normale, anche perché Cristina è al lavoro a Roma e quindi anche la dimensione minimamente rituale del compleanno viene un po’ a mancare. Però tanto lei che i miei figli sono riusciti a raggiungermi stamattina, a farmi gli auguri. Le ragazze mi hanno portato la colazione a letto, mio figlio ieri sera dall’Australia mi ha mandato un messaggio fantastico. A parte questo, è una giornata di lavoro».
Stasera?
«Riesco a cenare a casa con Benedetta e Angelica e poi ho un incontro con i giovani di Longuelo. Glielo avevo promesso e vado».
Un regalo che accetterebbe volentieri?
«Non sono mai molto legato alle cose materiali. È arrivata a bersaglio in profondità una letterina che mia figlia piccola mi ha fatto trovare sotto il piatto. Un regalo bellissimo».
Auguri, ma anche no. C’è qualcuno che se non si ricorda di farglieli le fa un favore?
«No» (ride…)
Tutti amici…
«Non tutti amici, ma non c’è motivo per desiderare che qualcuno non si ricordi di te. Poi è bello perché in queste occasioni tornano anche persone delle vecchie vite. Stamattina mi ha raggiunto la segretaria nei primissimi anni di Canale 5. È passato tanto tempo, lei vive a Reggio Emilia, però si è ricordata e come lei tante persone di tante stagioni diverse. Più i miei compagni di lavoro, gli assessori…».
Nessun disagio per tanta cortesia?
«Non sono particolarmente espansivo e non amo le feste, ma qualche manifestazione di affetto mi fa piacere».
C’è gente che il giorno del compleanno vorrebbe sparire. Soprattutto dopo una certa età.
«Ci sono quelli che spariscono e quelli che non vanno neanche a lavorare. Io non sono né l ’uno né l’altro».
Il più bel compleanno?
«Forse quello dei cinquant’anni, che tutto sommato è abbastanza recente. Mi fecero una festa a sorpresa che non mi aspettavo minimamente in ufficio a Milano, dove avevano riunito amici di Bergamo, dei lavori precedenti, colleghi: tutti insieme in uno studio televisivo. Mi portarono con una scusa e mi trovai di fronte 150 persone. Fu veramente uno choc. Poi io in questi casi mi commuovo. Ho questa debolezza e fu un momento davvero toccante».
Oggi non sono previste lacrime di gioia.
«La giornata è appena cominciata. Vediamo».