Tutti i numeri di Hamilton
Lewis Hamilton doveva limitarsi a “controllare” un comodo secondo posto per esser matematicamente Campione del Mondo di Formula 1, invece il 29enne britannico ha voluto stravincere e anche ad Abu Dhabi, nell’ultima gara della stagione, ha dettato legge, portando a casa l’ennesima vittoria di una stagione perfetta che, complice anche il 14esimo posto del rivale Rosberg, entrerà negli annali come dominata dalla prima guida di casa Mercedes.
Pazzesche le qualità espresse dal pilota inglese in questa annata, che hanno dimostrato una volta di più come Lewis sia uno dei pochi rimasti nel paddock della F1 a imporre uno stile di guida aggressivo e straordinariamente efficace, fatto di sorpassi, accelerazioni e manovre ai limiti del consentito, che hanno riacceso molti di quei tifosi sopiti dall’eccessiva “svolta elettronica” presa dal mondo automobilistico. Guardando Hamilton verrebbe da dire che il pilota è tornato a “dettar legge sulla vettura”, nonostante le sue performaces siano al servizio di quella che è attualmente la scuderia migliore. A 29 anni l’inglese della Mercedes sembra aver raggiunto quel giusto mix tra l’esperienza nella gestione delle gare, maturata grazie alle lotte al vertice degli anni passati, e l’aggressività al volante che da sempre lo contraddistingue. Tutto ciò rende Lewis il pilota più completo, oltre che l’uomo da battere in vista della prossima stagione, in cui la lotta al vertice si farà più serrata, visti i movimenti di scuderia delle ultime settimane. Sebastian Vettel in Ferrari e Fernando Alonso in McLaren-Honda sono sfide affascinanti e intraprese con grande entusiasmo, ma visti i numeri di Hamilton da quando è in F1 sarà dura spodestare il britannico dalla leadership.
Eccone di seguito alcuni:
11: come le vittorie conquistate in quest’annata da Hamilton (Malesia, Bahrein, Cina, Spagna, Gran Bretagna, Italia, Singapore, Giappone, Russia, Stati Uniti e Abu Dhabi), a fronte di tre secondi posti (Monaco, Austria e Brasile), due terzi posti (Germania e Ungheria) e due ritiri (Australia e Canada). La percentuale di vittorie è del 57,8%, mentre quella del podio 89,4%. A ulteriore conferma di ciò che ha affermato Alonso ieri («Lewis in questa stagione ci ha polverizzato»), ci sono le 7 pole position (Australia, Malesia, Cina, Spagna, Italia, Singapore e Russia) e i 7 giri veloci fatti segnare in pista (Malesia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Singapore, Giappone, Brasile).
1: come il numero dei titoli che lo separano da Jackie Stewart, il pilota britannico con più campionati del mondo all’attivo, tre (uno con la Matra nel 1969, e due con la Tyrell nel 1971 e nel 1973). Lewis lo ha già superato nel numero delle vittorie (33 vs 27). Considerando che Steward, che nel 1997 fondò la Steward Grand Prix, attiva nelle gare fino al 2000, vinse il suo primo mondiale all’età di 30 anni, Hamilton ha ancora buone possibilità di raggiungerlo e superarlo.
12: come gli anni che Hamilton aveva nel 1997 quando Ron Dennis, all’epoca numero uno indiscusso della McLaren-Mercedes, guidate da Mika Hakkinen e David Coulthard, lo opzionò per la sua scuderia, dopo che nel 1995 aveva vinto il campionato giovanile di kart inglesi. Pare che il piccolo Lewis nel 1995 abbia detto a Dennis: «Mi chiamo Lewis Hamilton, signore, e un giorno correrò con le sue macchine», 12 anni dopo quella profezia si trasformò in realtà.
7: come le stagioni in Formula 1 del britannico; fatte di 148 Gran Premi disputati, 33 vittorie, 70 podi, 38 pole position, 19 giri veloci e 1496 punti ottenuti (considerando che dalla stagione 2010 il sistema di attribuzione dei punti è mutato). Le due annate iniziali sono sicuramente quelle più entusiasmanti per Hamilton: nel 2007, all’esordio, stupì tutti andando a podio consecutivamente per le prime nove gare, interrompendo la striscia al GP d’Europa del Nurburgring. Si presentò all’ultimo GP in Brasile in testa al campionato, ma l’inesperienza e delle manovre troppo avventate lo portarono a perdere il Mondiale in favore di Raikkonen. Nel 2008 però Lewis ottenne vendetta nei confronti della Ferrari quando, al termine di una stagione non eccezionale, vinse il titolo su Felipe Massa per un punto, ottenuto grazie ad un sorpasso in extremis su Timo Glock nel GP finale di Interlagos in Brasile.