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Viaggio nel centro di Dalmine Gente dai quattro angoli d’Italia

Viaggio nel centro di Dalmine Gente dai quattro angoli d’Italia

Sono originari del Piemonte, del Veneto, della Toscana, del sud Italia, della Sicilia, ultimamente sono arrivati anche gli argentini. E poi ce ne sono tantissimi che provengono da altri paesi della bergamasca. Tutti a Dalmine, per lavorare in fabbrica. Di dalminesi doc, in centro al paese, non ce ne sono molti. Non è come negli altri quartieri, dove esiste una comunità specifica e la maggior parte degli abitanti ha radici profonde nel territorio. Il centro è diverso, è un miscuglio di provenienze.

L’edicola di Roberto. «Io di gente ne vedo tanta, ogni giorno – spiega Roberto Tevenini, da 17 anni titolare dell’edicola situata proprio davanti all’ex direzione della fabbrica -. Sono pochissimi gli originari di Dalmine, saranno un venti per cento. Una volta si trasferivano qui da tutta la bergamasca, da tutta Italia per lavorare allo stabilimento e si faceva fatica a fare comunità. Oggi qualcosa è cambiato perché ci sono le nuove generazioni che sono nate qui, ma i genitori vengono tutti da fuori. Stia a vedere». Arriva una signora che acquista un quotidiano e Roberto le chiede da dove arriva: «Vengo da Catania», risponde lei. Poco dopo arriva un’altra donna e compra un giornale. Per lei la stessa domanda: «In verità sono nata in Tunisia, ma sono originaria di Monza». Arriva un signore di Torino, uno del veronese.

 

 

«Ora il paese è cambiato, dal mondo operaio siamo passati al mondo dei servizi e dell’università. Lo vedo anche nel mio lavoro: prima la gente comprava solamente L’Eco di Bergamo, ora invece compra anche altro, dalle riviste ai quotidiani», spiega Roberto. L’edicola di Tevenini è un vero e proprio punto di ritrovo, un luogo di aggregazione, dove in tanti si fermano volentieri a fare due chiacchiere. Roberto dà la battuta a tutti e anche qualche indicazione stradale: «Io conosco tutte le vie di Dalmine, meglio dei vigili, meglio di Google Maps. È un mio pallino, sono appassionato di queste cose».

Qualche opinione. Maurizio Vavassori è di Mariano, ma prima di sposarsi viveva qui in centro: «Mah, non cambia molto tra Mariano e Dalmine, qui è un po’ più servito, ma se hai bisogno di qualcosa di particolare devi comunque prendere l’auto e andare al centro commerciale. Ciò che non amo molto di Dalmine è che è un paese un po’ morto, ci sono poche iniziative, la sera non c’è in giro nessuno». «Io abito dove c’è il mercato – dice Ellenio Angeletti – e se mi chiede cosa non va le dico il mercato del sabato, quello dell’usato. Ha perso molto a livello di qualità, il 90 per cento sono extracomunitari che vendono roba trovata nelle cantine o nelle soffitte, oppure in discarica. Poi bisogna dire che lasciano tutto pulito, questo è vero». Tevenini concorda: «Dalmine è un paese pulito, passano spesso con i mezzi».

 

 

Il problema parcheggi. Parlando emerge un altro problema: i parcheggi. Non è che scarseggino, è che sono quasi tutti regolati dal disco orario e non si può sostare più di un’ora. «A parte la striscia qui davanti all’ex direzione, dove si può…»

 

Per leggere l’articolo completo, rimandiamo a pagina 26 e 27 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 21. In versione digitale, qui.