L'intervista

Un lungo assolo di Red Canzian «Bergamo è la mia seconda casa»

Un lungo assolo di Red Canzian «Bergamo è la mia seconda casa»
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Il concerto di Red Canzian, in programma il 9 maggio al Teatro Creberg, è saltato. Meglio, è stato rinviato a data da destinarsi. Nonostante ciò, Red ha voluto ugualmente parlare con BergamoPost, per il rispetto verso il pubblico bergamasco e l'amore che nutre per la nostra città.

«Qui è come la mia seconda casa. Ho vissuto nella provincia bergamasca nel periodo dei nostri anni senza fiato, ho presentato qui il libro scritto con mia figlia Chiara. Qui abita il mio amico Robi Facchinetti…». Red Canzian è in tournée per l’Italia. Nel gruppo che lo accompagna militano, tra gli altri, la citata figlia Chiara, il figlio Phil. Il repertorio spazia dagli Anni ‘50 a oggi. La tappa cittadina si inseriva nel programma di concerti a sostegno del suo album Testimone del tempo. E della memoria. «Ho vissuto ad Albegno dal ’78 all’84. Erano davvero anni convulsi, sempre in tournée, poi in sala di incisione, i dischi, la promozione. Si tornava a casa magari per una notte oppure quando facevamo le prove al capannone. In qualche modo avevamo costruito il villaggio dei Pooh. C’erano tre case dove abitavamo Stefano e io. Robi aveva ceduto la sua al fratello Noé. Il rapporto con la gente era bello, si andava d’accordo con tutti, mi piaceva proprio. Per questo, ho imparato persino un po’ di dialetto bergamasco… ma che fatica! Mi sentivo come quella gente. C’era un bel rapporto di intesa, di appartenenza. Era il mondo sereno della provincia. Ad Albegno non ero la popstar, ero uno come loro, di loro, che andava su e giù in auto. Un saluto, un abbraccio, quattro chiacchiere. Mi facevano scendere dal piedistallo del successo».

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Da quei giorni, ha continuato a frequentare Bergamo, gli amici di allora e altri nuovi. «Qui c’è Robi, ci sono ristoranti meravigliosi. Quando è stato pubblicato il libro Sono vegano italiano, che ho scritto con Chiara, ho subito pensato di presentarlo alla Trattoria D’Ambrosio di via Broseta, dalla Giuliana. Ogni sera tutto 150 persone, e tra loro naturalmente Robi, sua moglie Giovanna, il figlio Roberto. Chiara ha cucinato insieme con i cuochi e lo staff della Giuliana. Menù: farinata di ceci con maionese al rosmarino, humus di ceci con pomodorini confit, gnocchi di carote viola al sugo di carciofi, stracotto di muscoli di grano su polenta e torta al cioccolato farcita con la marmellata di mirtilli…». Bergamo, la provincia, la semplicità e il pubblico che ha qualcosa di speciale. «La gente qui esprime un grande amore verso l’artista. Ho sempre pensato che i Pooh, pur essendo nati a Bologna, in realtà siano bergamaschi. Le tre città dove siamo stati più amati sono Bergamo, Treviso e Milano. Come vi fosse un’ideale linea Maginot attraversata da passione, affetto, attenzione certosina». La curiosità per la data bergamasca di Red era alta (ma lo si può andare a sentire domani a Brescia)...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo alle pagine 50 e 51 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 10 maggio. In versione digitale, qui.

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