Un “Presepe dell’Esondato” allestito su un balcone delle case Aler di Valtesse
A tre mesi di distanza dagli allagamenti di settembre «mi trovo ancora in attesa che qualcuno verifichi i danni subiti e la possibilità di indennizzo»
Il presepe può essere anche un invito alla creatività e un mezzo per veicolare efficacemente messaggi “collaterali”. Così ha fatto Oliviero sul suo balcone di una casa Aler a Valtesse, a Bergamo:
«Con l’avvicinarsi delle feste e l’anno nuovo è giusto, naturale, quasi d’obbligo essere propositivi. Tuttavia credo sia saggio pure non dimenticare. È così che ho voluto creare il “Presepe dell’Esondato”. Tra rimpalli tra il Comune e Aler, che poi in realtà entrambi dovrebbero tutelare il bene comune, mi trovo ancora in attesa che qualcuno verifichi i danni subiti per un eventuale indennizzo. Per fortuna sono povero, quindi il danno subito è relativo, ma proprio in proporzione al mio reddito è enorme, come la mortificazione di non essere considerato, o almeno ascoltato».
Non ha avuto una vita facile, Olivero:
«Divorziato, licenziato, ho vissuto anni di umiliazione e indigenza col solo reddito di cittadinanza di 440 euro al mese. Sono stato anche sfrattato e solo dopo altre diatribe mi è stato concesso un locale purtroppo malsano, ricavato al piano terra, non idoneo per umidità e muffa».
Come se non bastasse, il 9 settembre ecco l’esondazione di Morla e Tremana, con tutto ciò che ne è conseguito. Ma Oliviero non si è perso d’animo e ha allestito, appunto, un presepe “di protesta”. La capanna lo segue da sempre, e cioè fin da quando è nato in Alto Adige. Le statuine sono state realizzate «dal mio mite monno paterno Giuseppe, detto Pipa (sempre in bocca e sempre spenta), che oltre a essere un emerito capo operaio della storica società del Gres gestiva una buca della calce che fece grande pure i suoi parenti bresciani. Quando aveva un poco di tempo mi stringeva sotto braccio seduti su una panchina: sono stato i momenti più belli che abbia mai vissuto, eppure stavamo in assoluto silenzio mirando il crepuscolo».
In conclusione, Olivero ne approfitta «per fare gli auguri a tutti miei concittadini davvero ammirevoli nel sopportare i disagi di questa grande e recentemente martoriata città, che pare voglia correre a riprendersi il tempo perduto a suon di cantieri».