Una giovane moglie e mamma bergamasca: «Quante botte che ho preso da mio marito...»
La donna: «Alla fine sono riuscita a separarmi, ma ancora oggi quando un uomo alza le mani per gesticolare, mi spavento e reagisco male»
di Paolo Aresi
«Quando qualcuno parla e gesticola, magari alza le mani, perché viene spontaneo a noi italiani, anche a noi bergamaschi, sento il cuore che batte forte... mi spavento. Una volta mi è successo di afferrare con la mano il polso di un cliente della nostra trattoria, poi ho chiesto scusa, lui stava solo gesticolando... In un’altra situazione, sempre nel nostro locale, un uomo ha cominciato a trattare male la moglie, si è messo a gridare e poi la spingeva verso l’uscita. Sono andata lì e gli ho dato due schiaffi, due schiaffi forti. Faccio fatica a controllarmi davanti a certe situazioni, la paura mi è rimasta dentro, vado in ansia anche quando gli uomini discutono normalmente e alzano un po’ la voce...».
Giuliana ha trentanove anni, è nata e cresciuta nelle nostre valli, ha avuto due genitori modello, papà operaio e mamma infermiera, una bella famiglia. Così bella che Giuliana si è sposata a ventuno anni, forse desiderosa di ripetere quel modello. Non è andata così: quel sogno è diventato un incubo.
Un ragazzo del paese
La vicenda comincia quando Giuliana ha diciotto anni e decide di frequentare un ragazzo del paese, di qualche anno più vecchio. Tutto fila liscio. Giuliana si diploma, poi fa un anno di corso per impratichirsi sui computer. A ventuno anni decide di sposarsi.
Racconta oggi, in questa bella giornata di cielo azzurro e di foglie dorate: «Andavamo molto d’accordo, tutti e due amavamo la montagna, lo sci, la natura, avevamo in mente un’esistenza basata su certi valori, avevo l’idea di una vita sana, sportiva. Ci siamo sposati, abbiamo cercato subito di mettere al mondo un figlio, c’è stato qualche problema, ma poi è arrivato: avevo ventitré anni e mezzo».
Fino a quel punto, la vita di Giuliana e Andrea (sono nomi di fantasia) scorre serena. Ma si forma la prima crepa. Giuliana racconta con energia, senza remore, dice: «Il nostro primo bambino non dormiva mai, non ha mai dormito di notte, fino ai tre anni. È stata dura. Ma qualcosa di strano si era già manifestato (...)