Soprattutto per scuola e cultura

Uno che Bergamo non conosce e che per Bergamo ha fatto tanto

Uno che Bergamo non conosce e che per Bergamo ha fatto tanto
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21 aprile 1895, 120 anni fa. Un’eletta rappresentanza di artisti, intellettuali e appassionati d’arte si dà appuntamento alle Scuole dei Tre Passi per discutere circa la fondazione del Circolo Artistico ed approvarne lo statuto. Tra i ferventi partecipanti alla riunione, il più convinto è certamente Aristide Dragoni. Di cui qui, prendendo l’occasione, parleremo, perché crediamo ne valga la pena.

Laureato a Roma e nativo di Ravenna, si considera comunque bergamasco a tutti gli effetti, dimostrando una sentita passione per la città e per le sue ricche tradizioni d’arte. Venuto a Bergamo in giovane età, come docente di materie letterarie e di lingua francese al Collegio Wildt, svolge poi attività educativa presso le famiglie Goltara, Roncalli e Moroni.

[La cronaca della fondazione del Circolo Artistico]

 

Ma la sua specifica competenza riguarda essenzialmente l’organizzazione del sistema scolastico di genere artistico-industriale. Per molti anni, in qualità di esperto in problemi scolastici, ricopre l’incarico di “Soprintendente municipale per le Scuole dell’Alta città e sobborghi uniti”. Nel 1883 fonda la “Scuola gratuita popolare professionale serale e festiva di Bergamo Alta”, che nel 1886 annovera 514 allievi suddivisi in quattro corsi. Tra i quattordici docenti della scuola è compreso il pittore Cesare Tallone, che insegna disegno e plastica, l’ing. Elia Fornoni, insegnante di meccanica pratica, e lo stesso Dragoni, direttore, che provvede all’insegnamento della lingua francese. Nell’anno 1886/1887, l’improvvisa indisponibilità dei locali decreta la cessazione della Scuola.

La Pia Scuola Caritatevole di Musica. Nel 1886 Aristide Dragoni, che personalmente nutre una gran passione per la musica e suona con brio il pianoforte, entra nella direzione della Pia Scuola Caritatevole di Musica (l’attuale Istituto Superiore di Studi  Musicali Donizetti), dove riveste l’incarico di ispettore scolastico onorario. Nel 1888 è nominato direttore onorario effettivo, mentre la presidenza onoraria spetta al M° Antonio Cagnoni. Assieme al M° Cagnoni e ad Alfredo Piatti, negli anni Novanta dell’Ottocento è membro della Commissione di vigilanza. Come sostiene Elia Fornoni, «Basta ricordare che il nostro Istituto Musicale toccò l’apogeo della sua floridezza quando il nostro Dragoni ne aveva la sovrintendenza». Il Dragoni è anche presidente della Società Filarmonico-Drammatica Simone Mayr in San Cassiano, consigliere della Lega Bergamasca per l’Educazione del Popolo e vicesegretario dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti.

[Il Circolo artistico oggi]

Circolo

 

Il Circolo Artistico. Il Consiglio Direttivo del Circolo Artistico, nella primavera del 1896, dopo un breve periodo di direzione collegiale, affida la presidenza del sodalizio proprio a lui. In questo incarico egli dimostra grande competenza, promuovendo iniziative di prim’ordine. Tra le altre, la celebrazione del centenario di fondazione dell’Accademia Carrara, con il conio della medaglia commemorativa e la pubblicazione del volume ricco di saggi: L’arte a Bergamo e l’Accademia Carrara. Interessanti concerti con ottimi interpreti, tra i quali i pianisti Vittorino Moratti, Achille Bedini, Cesare Clandestini, Alessandro Marinelli e i violinisti Gustavo Prestini e Giovanni Lucca. Nel 1898 egli invita la Società Orchestrale della Scala diretta da Arturo Toscanini per un concerto al Teatro Riccardi (poi Donizetti). Tra le iniziative promosse in sede, vi sono numerose esposizioni d’arte collettive dei soci artisti, mostre di fotografie istantanee, mostre per soli dilettanti, esposizioni d’architettura e varie pubblicazioni. Per rallegrare i soci del Circolo, con l’aiuto di numerosi artisti che creano scenografie originali, Aristide Dragoni organizza vivacissime feste da ballo, a volte con finalità benefiche, e diverse riunioni conviviali.

La Scuola d’Arte applicata all’Industria. Il più prestigioso progetto messo in campo e realizzato da questo straordinario uomo di cultura rimane l’istituzione della Scuola d’Arte applicata all’Industria, più tardi intitolata ad Andrea Fantoni, ancora oggi viva e feconda. Risponde al desiderio di offrire ai giovani i mezzi per istruirsi e per migliorarsi nel campo del lavoro sviluppando nuove opportunità con un’educazione d’indirizzo essenzialmente pratico ma attenta ai valori artistici. Sensibile ai progetti delle Arts and Crafts britanniche, questa scuola propone l’applicazione del gusto e delle qualità artistiche alla produzione industriale e artigianale. Nel gravoso impegno della fondazione della scuola gli forniscono un attivo sostegno Ciro Caversazzi, Achille Filippini Fantoni, Giacomo Frizzoni, Giovanni Mora, altri consiglieri del Circolo Artistico ed alcuni responsabili dell’Accademia Carrara. Ne è entusiasta anche Camillo Boito, fratello di Arrigo, apportatore di concezioni moderne in architettura e grande esperto di arte industriale, il quale considera Bergamo «città di provincia meglio d’ogni altra indicata per fondarvi una scuola di genere artistico-industriale». A Boito, che assicura la sua supervisione, è conferita la presidenza onoraria della Scuola.

 [La Scuola d'Arte oggi]

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Al Dragoni, che con grande tenacia profonde le migliori energie per assicurare alla Scuola una sede propria, non è riservata la soddisfazione di veder compiuta l’opera, conclusa pochi mesi dopo la sua morte, sopravvenuta l’undici maggio 1910. Ai suoi funerali accorrono, come riferisce la stampa del tempo, «il fiore della cittadinanza e tutte le istituzioni artistiche ed intellettuali». Reggono i cordoni del carro funebre Ciro Caversazzi, Giacomo Frizzoni, Elia Fornoni, Alessandro Marinelli, Ponziano Loverini e Achille Zappa.

L’artista. Artista della parola ed abile verseggiatore, Aristide Dragoni alle riunioni conviviali improvvisa con grande facilità intrattenendo i commensali con versi d’occasione. La sua nascita, avvenuta il 29 febbraio 1832, gli permette di celiare sulla circostanza che i suoi compleanni ricorrono solo negli anni bisestili. Sono suoi i testi di numerose epigrafi, come quella a Parigi sulla casa ove morì Lorenzo Mascheroni, quella a Gandino per Bartolomeo Bono e Gio. Battista Castello, quelle a Bergamo sulla casa natale di Vincenzo Petrali, di Alfredo Piatti, di Paolina Secco Suardo, in Arcadia Lesbia Cidonia. Suo è anche il testo della marcia per coro e orchestra musicata da Cesare Clandestini Trionfo dell’arte e dell’industria presentata nel corso della Gran Veglia in Rosa promossa dal Circolo Artistico a favore della Scuola d’Arte applicata all’Industria.

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