Maestra poliglotta

Valtorta, insegna lo sci ai cinesi Perché Nicole parla mandarino

Valtorta, insegna lo sci ai cinesi Perché Nicole parla mandarino
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Imparare a sciare sulle Alpi (e Prealpi) è diventata una moda per il cinese ricco. Chi se lo può permettere, evidentemente, fa un figurone con gli amici. Certo, la barriera linguistica è spesso un problema, perché la comunicazione, in corsi di questo genere, è essenziale. Non è come farsi un giro a Milano e comprarsi un abito griffato. Ecco, la lingua, alla stazione sciistica di Valtorta-Piani di Bobbio, alta Val Brembana, non è più un problema perché c’è una maestra di sci che insegna in cinese mandarino. Si chiama Nicole Sonzogni, ha 25 anni e vive a Zogno. «Piani di Bobbio è la stazione sciistica più vicina a Milano — ha raccontato al Corriere della Sera Bergamo - e da 2/3 anni è aumentato il turismo internazionale. Le agenzie milanesi la consigliano ai cinesi, che nell’80% arrivano in famiglie al completo, dai bambini ai nonni. Per loro sciare è uno status symbol, e li appassiona. Si fanno molte foto, che condividono su wuChat, un social che è una sorta di combinazione tra Facebook e Whatsapp».

 

 

Per tre volte in Cina. Nicole con gli sci ci è praticamente nata. Pratica agonismo da quando aveva 7 anni. Dopo le superiori, al momento della scelta dell’università, ha optato per Mediazione linguistica culturale, alla Cà Foscari di Venezia, sede di Treviso. Era quello che voleva. Al primo anno, oltre a studiare, è diventata maestra di sci. Da buona bergamasca, insomma, si è fatta beffe del tempo libero e ha spesso tutta sé stessa in attività belle impegnative. Ha faticato, col cinese, soprattutto al primo anno. Poi ha capito che non bastava studiare per capire una cultura tanto distante dalla nostra. «Così sono andata in Cina perché volevo essere certa che quello fosse il mio mondo», ha continuato. Per un mese, tramite l’università, ha fatto volontariato nelle campagne di Xi’an, luoghi di povertà, senza troppe comodità. Ha affiancato una docente internazionale e una madrelingua cinese nell’insegnamento dell’inglese ai bambini. La comunicazione non era facile: altro che mandarino, lì il dialetto locale la faceva da padrone. La sua seconda volta nel grande paese asiatico è stata a Pechino, durante il secondo anno di università. Una capitale ormai globalizzata, dove antico e moderno convivono. La terza, nel 2015, è stata in corrispondenza del master di primo livello in Global Manager for China. In quell’occasione ha lavorato per l’azienda Nordica, in vista delle Olimpiadi invernali, a Pechino nel 2022. Per il progetto di Nordica - creare una struttura per vendere articoli sportivi, con immancabile ristorante italiano – si è occupatao di selezionare il personale. Quindi è tornata in Italia. «Mi piacerebbe in futuro — ha chiosato —creare un progetto per contribuire all’aumento del turismo e alla valorizzazione della Val Brembana». È partita col piede giusto.

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