Visto? Con Musa Barrow si vola E applausi ai tifosi beneventani

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Mai dire mai nel campionato più pazzo del mondo. Mai dire mai nella corsa all’Europa che, a cinque giornate dalla fine, rivede l’Atalanta al settimo posto grazie al colpo di Benevento, alla clamorosa vittoria della Lazio a Firenze e al pareggio del Milan a Torino. Mai dire mai quando Gasperini punta su un ragazzo gambiano di diciannove anni che segna il suo primo gol in Serie A ed esalta ancora una volta la miniera d’oro chiamata Zingonia.

Dopo il pareggio di Ferrara, BergamoPost l’aveva detto: con Barrow in squadra, l’Europa è possibile. Appunto. Contro l’Inter, Musa ha giocato un primo tempo strepitoso e solo uno strepitoso Handanovic gli aveva negato la rete. Gasperini, che i giovani sa come lanciarli e non bruciarli, sabato gli aveva risparmiato la ripresa perché Barrow era stremato, ma, a Benevento, l’ha mandato in campo al momento giusto. La vittoria nel Sannio è stata netta, meritata, squillante con tanto di rigore sbagliato da de Roon, causa zolla traditrice. Non importa: questa Atalanta sa essere più forte di tutto e ha il merito di non arrendersi mai. L’azione del primo vantaggio firmato da Freuler è stata di stampo rugbistico; lo slalom di Gomez un capolavoro del Capitano, tornato in forma smagliante proprio quando il finale di stagione lo richiede. Gli applausi dell’ammirevole pubblico beneventano alla prodezza del Papu sono stati un nuovo segnale della grandezza dei tifosi sanniti, tutti in piedi a battere le mani alla Dea e alla propria squadra, non ancora aritmeticamente retrocessa in B, mai come ora meritevole di rimanere in A per la dignità e l’orgoglio con cui si batte e per la civiltà sportiva della sua gente.

È la dimostrazione di quanto un altro calcio sia possibile ed è bello sapere che in questa dimensione ci sia l’Atalanta: per i suoi valori, per chi l’allena, per chi la dirige, per chi la ama.

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