A Castelli Calepio le frazioni di Cividino e Quintano gridano alla secessione, il sindaco si oppone
Alla base dell’iniziativa di un ex consigliere comunale ci sarebbe il malcontento per l’operato dell’Amministrazione, che però non intende cedere a nessun referendum
«Cosa ne pensate se Cividino-Quintano passasse sotto il Comune di Palazzolo sull’Oglio e si liberasse del fardello rappresentato da Tagliuno?». Il quesito, che già di per sé risulta significativo, è apparso lo scorso 3 gennaio sul gruppo Facebook delle due frazioni, che fanno parte del Comune di Castelli Calepio. Una sorta di referendum popolare, a cui al momento in cui scriviamo (sabato 14 gennaio), su 114 voti, l’81 per cento si è detto favorevole, mentre il 19 per cento contrario.
L’autore dell’iniziativa
L’autore dell’iniziativa è l’ex consigliere comunale d’opposizione Massimiliano Chiari, dimessosi nel 2021, il quale si fa portavoce di un certo malcontento delle due frazioni nei confronti del sindaco Giovanni Benini, da lui accusato di curarsi più di Tagliuno e trascurare le località di Cividino e Quintano. Primo cittadino che, tra l’altro, viene definito ironicamente sui social da altri residenti come una sorta di "Cesare Augusto" il quale, arrivato al suo secondo mandato, provvederà a nominare un suo "delfino" per proseguire la sua politica.
La risposta del sindaco
Dall’altra parte, c’è il commento dello stesso Benini, che ha dichiarato all’Eco di Bergamo la sua delusione per il referendum promosso dagli scontenti: «Non acconsentirò mai a nessun referendum – ha dichiarato al quotidiano cittadino -. Quanto a ipotetiche scissioni, mi dispiace vedere che c’è chi pensa che il municipio non si interessi a Cividino e Quintano: durante la mia Amministrazione abbiamo rifatto campi di calcio, asfaltato dappertutto, realizzato una scuola ormai in dirittura d’arrivo e ristrutturato un’altra. A breve, poi, l’ente locale diventerà proprietario dell’impianto di tennis, nostro fiore all’occhiello. Nessuno viene trascurato. Semmai, ci sono ragioni politiche».
Un periodo turbolento per il Comune
Alla base della decisione, però, ci sarebbero motivazioni legate all’operato dell’Amministrazione: l’ultimo caso a far discutere è stato il ritardo nella riqualificazione ed apertura delle scuole elementari e medie delle due frazioni, ma ci sono state anche la lenta bonifica delle ex Fonderie Quintano, la mancata realizzazione del centro commerciale e della variante alla provinciale 91, la mancata realizzazione della palestra polifunzionale e del del polo scolastico di Tagliuno, rinunce continue a incarichi in municipio e la turbolenta vicenda della revoca della segretaria comunale.
Nel frattempo, l’ex consigliere Chiari ha annunciato la costituzione del Comitato Cividino-Quintano, che avrà come obiettivo arrivare alla “secessione” da Castelli Calepio (e da Tagliuno), sebbene alcuni cittadini vogliano unirsi a Palazzolo, altri a Grumello del Monte o costituire comune autonomo. La possibilità potrebbe essere più concreta di quanto si pensi, dato che si appoggia su una sentenza della Corte Costituzionale del 2019, che nel caso di una frazione delle Marche stabilì che il referendum era legittimo, anche se a votare erano solo i suoi abitanti e non l’intero paese.