Accusati di aver dato del "Gioppino" al sindaco di Zanica: assolti
Nel vortice della giustizia erano finiti uno dei fondatori della Lega e dei suoi compagni, presunti autori di un volantino del 2019
Il giudice ha assolto Gisberto Magri, tra i fondatori della Lega Lombarda a Bergamo e portavoce di "Io amo la Lega", insieme a Siro Cereda e Giuseppe Traina, dall’accusa di diffamazione a seguito della querela del sindaco di Zanica Luigi Locatelli.
Il fatto è riportato oggi (martedì 20 dicembre) dall’Eco di Bergamo: tutto partì nel 2019 quando, in occasione delle elezioni comunali del paese bergamasco, il primo cittadino uscente fu attaccato in dei volantini diffusi poco prima del voto, poi finiti anche sulla pagina Facebook del gruppo del Carroccio: nel testo c’erano accuse rispetto ad un contenzioso tra l’Amministrazione e la Cassa rurale, rispetto al terreno su cui poi sorse lo stadio dell’AlbinoLeffe.
Il Comune portò la banca in tribunale per danni dovuti al mancato rispetto di alcuni impegni, che secondo il sindaco furono riconosciuti dai giudici, i quali però spiegarono che non potevano essere dimostrati. Per questo motivo, ci fu una transazione fuori dall’aula di 300 mila euro, cifra inferiore rispetto agli 8,7 milioni quantificati all’inizio.
A infastidire, tuttavia, erano state in particolare alcune parole utilizzate nel manifesto, nel quale sindaco e collaboratori venivano definiti una "cricca", termine che indica solitamente un’associazione a delinquere, mentre Locatelli sarebbe stato definito un "Gioppino" (maschera originaria di Zanica). Il modo di esprimersi non era stato affatto gradito da sindaco e Giunta, che avevano quindi querelato i presunti autori.
I diretti interessati, tra l’altro, hanno sempre negato di aver scritto il volantino e hanno dichiarato che comunque, riferendosi al passaggio, l’appellativo non era riferito a Locatelli. Il giudice, alla fine, ha assolto i tre imputati in quanto il fatto non sussiste. Un esito accolto con un certo sbalordimento dal primo cittadino, il quale ha specificato che il provvedimento era stato preso non tanto per l’accostamento alla marionetta, quanto per quel "cricca" che proprio non era piaciuto: «Non stupiamoci se poi sempre meno persone decidono di dedicare il proprio tempo alla gestione della cosa pubblica», ha concluso Locatelli.