Campagna elettorale a Bergamo, sempre lo stesso video mandato in loop
Si chiude la prima fase della gara per Palazzo Frizzoni. Candidati rassicuranti, programmi molto simili, temi scontati e pochi guizzi
di Andrea Rossetti
L’impressione è di aver osservato per mesi lo stesso video mandato in loop: le stesse proposte, le stesse polemiche, le stesse foto. Cambiavano i momenti, i dettagli e i luoghi, ma non la sostanza. Non è stata una campagna elettorale esaltante, quella per la futura guida di Bergamo.
Sia Elena Carnevali che Andrea Pezzotta sono figure rassicuranti, mature, poco inclini alla bagarre. Il che, sia chiaro, non è cosa negativa. Ma l’assenza di frizzantezza, di guizzi in grado di sparigliare le carte, sul lungo s’è sentita. Anche perché il “terzo incomodo”, ovvero il pentastellato Vittorio Apicella, è decisamente mancato nel ruolo di guastatore, finendo spesso per interpretare quello della comparsa.
In questo quadro, sono stati gli altri a provare ad alzare i toni, soprattutto da destra. Sicurezza, moschee e multe sono stati i temi più discussi tra consiglieri - e assessori - uscenti e candidati di ambedue gli schieramenti. Ma è stata una lotta nel fango, più che un confronto. E nessuno s’è dimostrato particolarmente abile. Anzi...
Altri temi, ben più rilevanti e di peso per il futuro della città (denatalità, invecchiamento, ampliamento del divario economico-sociale e infrastrutture, per dirne solo alcuni) sono rimasti sullo sfondo, affrontati superficialmente dai candidati sindaco in qualche dibattito pubblico o toccati da qualche lista che ha però faticato a farsi largo tra lo strapotere mediatico dei partiti. È vero, quei temi nei programmi ci sono, ma avrebbero meritato maggior risalto.
Tutti e tre gli aspiranti inquilini di Palazzo Frizzoni hanno poi dovuto fare i conti con problemi “interni” ai rispettivi schieramenti. Che non sempre sono stati risolti. Carnevali, ad esempio (...)