Cartelli e applausi: protesta soft alla prima seduta del Consiglio delle Donne
Il caos scatenato nelle scorse settimane sull'entrata di Pro Vita è approdato in termini contenuti e rispettosi. Eletto l'Ufficio presidenza
di Marta Belotti
Il clima intorno al Consiglio delle Donne di Bergamo si era fatto molto teso nelle ultime settimane da quando era stata resa nota l'adesione anche dell'associazione Pro Vita e Famiglia. Ieri, 14 gennaio, la prima seduta dell'assemblea durante la quale sono state elette presidente, vicepresidente e ufficio di presidenza, ha avuto invece un corso tranquillo e regolare.
Protesta ridotta
La manifestazione di "Non una di meno" si è svolta regolarmente all'interno dell'aula consiliare, con il gruppo di attiviste (una dozzina) che ha alzato dei cartelli in protesta solo nel momento in cui è stata chiamata all'appello la rappresentante dell'associazione Pro Vita Anna Marinelli. Quest'ultima, come annunciato dall'associazione, non era presente «in segno di protesta per l'intollerante clima intimidatorio fomentato dalle attiviste».
Le votazioni
Il consiglio si è aperto quindi con la doppia votazione, prima della presidente e poi della vicepresidente. Per entrambi i ruoli, c'è stata una sola candidatura. Alla presidenza quella di Viviana Milesi, consigliera Pd presentata dalla capogruppo in consiglio Francesca Riccardi che ne ha sottolineato il valore professionale come architetta, nonché quello in direzione della comunità, quindi come «ponte tra le associazioni e punto di riferimento per il Villaggio degli Sposi».
Pe la vicepresidenza si è alzata Carla Bortolotti di Atena che ha proposto Nadia Savoldelli, in rappresentanza delle associazioni, come vicepresidente alla luce del suo impegno culturale e della sua esperienza che nel Consiglio delle donne dove siede dal 1996, anno della sua fondazione.
Entrambe sono state elette alla quasi unanimità.
L'Ufficio presidenza del Consiglio delle donne
L'ufficio di presidenza
Per l'ufficio di presidenza, dovevano da statuto essere eletti sei membri, scelti tre tra le consigliere comunali e tre tra le rappresentanti di associazioni, sindacati, ordini professionali. Per il primo terzetto non ci sono state sorprese: tre i nomi presentati e tre le elette anche in questo caso alla quasi unanimità. Sono l'ex assessora e ora consigliera della Lista Gori Loredana Poli, la consigliera di Forza Italia Giulia Ceci e quella del Pd Barbara Carsana.
Per quanto riguarda invece le tre componenti che non siano Consigliere Comunali, ma appartengano ad altri gruppi presenti nel Consiglio delle donne sono state quattro le candidature: Annalisa Colombo della segreteria provinciale della Cgil, Eleonora Zaccarelli; e l'ing. Cinzia Lanza. Tutte e tre sono state elette.
Invano ha cercato di autocandidarsi Maria Teresa Birolini, per l'associazione Bergamo Insieme, che ha fatto appello a che le associazioni, piuttosto che i sindacati o gli ordini professionali, rientrino nell'ufficio di presidenza. Ha inoltre colto l'occasione per sottolineare: «Qualsiasi elemento esterno al Consiglio delle Donne che imponga con la bava alla bocca la propria opinione non può entrare in questa assemblea e non la può condizionare. E io non ho nulla da condividere con l'associazione così inutilmente contestata». Il riferimento è chiaramente alla protesta organizzata da "non una di meno".
«Possibilità per le donne di incidere»
Infine, la sindaca Elena Carnevali ha preso parola per ringraziare il Consiglio delle donne, augurare buon lavoro e ricordare l'importanza dell'assemblea che «non è nata con una logica escludente di quell'altra metà del cielo, ma nel riconoscimento delle possibilità delle donne di incidere, di pensare la città e e promuovere un'idea di convivenza partecipata».
Gli applausi di "Non una di meno"
Nel suo primo intervento, la presidente Viviana Milesi ha ricordato i punti fondamentali e i principi ai quali l'associazione si ispira ricevendo un forte applauso da "Non una di Meno" nel momento in cui ha parlato di «autodeterminazione delle donne» e di «contrasto alla violenza di genere». In realtà proprio quello dell'applauso è stato il mezzo scelto dal gruppo transfemminista per manifestare il proprio pensiero.
Grandi applausi si sono infatti sentiti anche all'intervento della consigliera Laura Brevi (consigliera comunale Avs-Futura) che ha garantito il suo impegno «a vigilare con estrema attenzione l'operato di tutte noi, affinché i principi contenuti nella Carta non rimangano parole vuote, ma diventino una prassi effettiva per un'autodeterminazione delle donne che non sia solo di parola, ma che diventino prassi effettiva per l'autodeterminazione delle donne che riguardi anche, per esempio, abortire in maniera libera».
«Qui nessuna deve sentirsi in pericolo»
Deciso anche l'intervento della consigliera barbara Carsana, che ha sottolineato: «Chiariamolo una volta per tutte: qui mai nessuna deve sentirsi in pericolo. Qui nessuno nega il dualismo o la diversità di opinione, ma ciascuna di noi è chiamata a salvaguardare i principi sui quali si fonda il Consiglio. La coerenza non è un lusso o un capriccio, ma ciò su cui si fonda la credibilità di un organismo istituzionale».
Gli obiettivi di Pro Vita
Pro Vita & Famiglia, anche se assente, ha comunque voluto augurare «buon lavoro al neoeletto Ufficio di Presidenza nella certezza che saprà garantire il pluralismo democratico richiamato nell’'articolo 1 del Regolamento del Consiglio, e ribadendo l'intenzione di partecipare attivamente alle attività del Consiglio per promuovere la dignità di ogni donna senza appartenenze culturali, politiche o sociologiche. I fini e gli scopi del Consiglio delle Donne, infatti, non sono in nessun contrasto con i fini e gli scopi di Pro Vita & Famiglia, dal momento che sollecitare politiche di maggiore armonizzazione tra vita familiare e professionale e aumentare gli strumenti e i servizi di tutela sociale della maternità sono obiettivi politicamente trasversali, di cui Pro Vita & Famiglia si farà portavoce in Consiglio nella certezza di trovare convergenze molto più ampie di quanto prospettato dalle associazioni che, in queste settimane, hanno animato polemiche ideologiche e strumentali».