Il consigliere bergamasco

Case di comunità, Scandella (Pd): «Solo marketing, così non rispondono ai bisogni dei lombardi»

Secondo l'esponente bergamasco dei dem, «finita la stagione delle inaugurazioni, di queste strutture rimarranno solo i muri»

Case di comunità, Scandella (Pd): «Solo marketing, così non rispondono ai bisogni dei lombardi»
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«Nelle ultime settimane il presidente Fontana e l’assessora al Welfare Moratti hanno inaugurato decine di Case della Comunità in tutta la Lombardia. Eppure, i soldi del Pnrr che dovrebbero servire a fare queste strutture non sono ancora arrivati. La realtà è che siamo di fronte a una spudorata operazione di marketing, in cui si inaugurano servizi che già esistono, solo cambiando il nome e l’insegna».

Lo dice Jacopo Scandella, consigliere regionale del Pd, di fronte alle scelte della Giunta Fontana per la sanità lombarda. «Secondo la nuova legge regionale, le Case della Comunità dovrebbero essere i punti di primo accesso per fornire ai cittadini risposte rapide ai loro problemi sociali o di salute, concentrando su di sé i servizi sanitari, sociosanitari e sociali, garantendo ai cittadini un’assistenza rapida e puntuale – spiega –. Non ci pare che sia quello che ha in mente Regione Lombardia».

Jacopo Scandella

Il consigliere racconta, infatti, che «i valori aggiunti delle Case della Comunità dovrebbero essere da un lato la capillarità, la prossimità e la possibilità di essere velocemente raggiungibili, anche se in Lombardia se ne farà solo una ogni 50mila abitanti, dall’altro la multiprofessionalità, l’opportunità di far lavorare insieme professionisti sanitari diversi tra loro, quindi medici di base, pediatri, psicologi, fisioterapisti, infermieri domiciliari, in modo da offrire al cittadino una presa in carico complessiva a 360° dei suoi bisogni. Ma anche qui, non si vede nessuno stimolo da parte di Regione nell’incentivare questi professionisti a riempire le Case ed evitare che rimangano dei gusci vuoti».

Nell’organizzazione sanitaria lombarda c’è un’evidente concentrazione su alcuni ospedali, che offrono cure per le malattie acute, ma sul lato territoriale i cittadini sono troppo spesso lasciati a se stessi: «Pensiamo solo alla carenza di medici di base e al fatto che anche solo una semplice ricetta rischia di diventare un’odissea per 100mila persone nella sola provincia di Bergamo – aggiunge Scandella –. Invece, anche grazie al coinvolgimento proprio dei medici di base, le Case della comunità potrebbero garantire ai cittadini visite, cure ed esami a due passi e in tempi adeguati, ma Regione Lombardia deve riorganizzare il personale sanitario perché possa lavorarvi. Altrimenti, finita la stagione delle inaugurazioni, rimarranno solo i muri».

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