Come sta Fratelli d'Italia? Anche in Bergamasca vento in poppa e correnti in casa
Sta erodendo voti a Lega e Forza Italia, accumula tessere e apre sedi in provincia. Ma attenzione alle prime divisioni interne...
di Wainer Preda
L’alleanza di Fratelli d'Italia con gli altri partiti del centrodestra alle prossime elezioni politiche e regionali, al momento, non è affatto scontata. Lo ha detto Giorgia Meloni a margine della convention di Milano domenica scorsa (1 maggio). Con parole che fotografano, in pieno, anche quanto sta accadendo a livello locale. Bergamasca compresa.
Fratelli d’Italia è sul “chi va là”. Si fida molto poco degli alleati o presunti tali. A partire dai salviniani, con le loro posizioni ondivaghe quanto quelle del leader. E dai forzisti, alcuni dei quali non disdegnano un futuro accanto al Pd. Le scorse Provinciali ne sono state la dimostrazione plastica. Una corsa al potere, passata sopra ai tradizionali schieramenti e alla comunanza di idee. Pertanto, prima di parlare di eventuali nuove alleanze, in FdI ci penseranno un bel po’.
In tanti sul carro
Intanto il partito sta cambiando pelle. Da Cenerentola del centrodestra, dicono i sondaggi, è diventato il leader. Erode consensi al Carroccio. Altrettanti agli azzurri. Il bacino in cui pesca non è più quello di una volta, legato alla destra sociale movimentista, da cui proviene la Meloni. Ad avvicinarsi a Fratelli d’Italia oggi sono quei mondi che prima guardavano alla Lega: i piccoli imprenditori, i lavoratori autonomi, i professionisti. Insomma, tutta la piccola e media borghesia di destra rimasta delusa dal salvinismo e dall’antipolitica targata M5s.
FdI cresce anche in Bergamasca. Il tesseramento funziona come mai prima. L’ultimo circolo insediato risale alla settimana scorsa. In Valle Imagna. Opera dell’ex consigliere provinciale Demis Todeschini, uno che sul territorio si sa muovere, eccome. E c’è già qualcuno che sostiene che se le cose vanno avanti così, al prossimo giro il candidato sindaco di Bergamo sarà targato FdI.
E spuntano le correnti
Tuttavia, come per ogni partito che si ingrandisce, all’orizzonte ci sono anche dei rischi. Il primo è quello “correntismo”. Ovvero la nascita di gruppi che, prima che al partito e ai suoi principi fondamentali, fanno riferimento a specifici personaggi. Il fenomeno ha già fatto capolino (eufemismo) nei mesi scorsi. Sono due le correnti dentro Fdi in Bergamasca in questo momento. E una terza è in arrivo.
La prima, quella più elitaria, radicata sostanzialmente in città, fa capo ad Andrea Tremaglia e Franco Tentorio. La seconda, più avvezza alla realpolitik, è quella di Paolo Franco. Mentre la terza, una bella gatta da pelare, sarà quella capeggiata dal deputato Stefano Benigni, secondo indiscrezioni in ingresso con appresso personaggi del calibro del presidente della Comunità montana della Valbrembana Jonathan Lobati.
Fermo restando che sono sempre possibili alleanze interne, per il segretario provinciale Andrea Tremaglia gestire il partito (e gli appetiti convergenti e divergenti) nei prossimi mesi non sarà affatto facile. Dopo lo sbandamento iniziale, dovuto all’inesperienza, il giovane, dal cognome pesante per la destra bergamasca e non solo, sta cercando di correggere il tiro. Anche se non mancano le critiche feroci per la scarsa comunicazione interna, la tendenza ad arroccarsi e isolarsi, le scelte rivelatesi errate alle elezioni provinciali, i veti su taluni esponenti politici e quell’atavica paura di essere superato a destra da personalità più forti. (...)