Elezioni a Bergamo, il peccato di presunzione di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia
Ma come è possibile che nessuna delle forze di centrodestra si sia accorta che si stava preparando una scoppola d’antologia?
di Wainer Preda
Ci sono segnali che, in politica, vanno colti. E che invece il centrodestra, più o meno inconsapevolmente, finge di non vedere per poi pagarne regolarmente lo scotto nelle urne. E allora la domanda è: ma possibile che né Lega, né Fratelli d’Italia, né Forza Italia si fossero accorti che in città era in arrivo una scoppola d’antologia? Che c’era un divario così ampio con gli avversari?
Qualche numero, per capire: la Lega a Bergamo aveva raccolto 13 mila voti alle Comunali del 2019 con Giacomo Stucchi, stavolta ne ha presi 4.100 (vuol dire che le è rimasto un terzo dell’elettorato, il resto è svanito).
Fratelli d’Italia cresce nei voti, ma è un’illusione ottica: partiva bassissimo nel 2019. Aveva 2.700 voti, ne ha presi 7.800, salendo al 14 per cento. Solo che in provincia è al 35. Forza Italia è in stagnazione perenne, in basso: aveva tremila voti è salita di un centinaio. Risultato finale, nonostante la performance della Lista Pezzotta, un distacco di 13 punti - tredici - da Elena Carnevali e relativo centrosinistra.
La Lega disintegrata
E dire che qualche campanello d’allarme c’era eccome. Se non altro per semplice spirito di osservazione. La manifestazione del 25 Aprile in città, presente Pierluigi Bersani, era stata a dir poco oceanica. Migliaia e migliaia di persone, di certo non troppo avvezze alla destra.
Cinque settimane dopo, 7 giugno 2024, in città arriva Matteo Salvini, il capo supremo della Lega. Quello del 40 per cento. Quello che a suo tempo riempiva piazze e tendoni, con migliaia di militanti in delirio. Vuol chiudere la campagna elettorale a Bergamo. Ma invece di uno spazio aperto, dove accogliere frotte di seguaci, decide di rifugiarsi sotto terra. Nel Balzer Globe con qualche decina di aficionados. Il segnale, enorme, che il Carroccio a Bergamo era in palese difficoltà, nonostante quello che i sondaggi andavano a raccontare a Pezzotta.
Passano tre giorni ed ecco la debacle. La Lega crolla nei consensi, al 7 per cento. Mai accaduto sotto le Mura, nemmeno nei tempi peggiori. Dei sei consiglieri comunali d’opposizione dell’epoca Gori ne sopravvivono solo due.
Fuori Stefano Rovetta, fuori Enrico Facoetti. Luisa Pecce e Stucchi non si sono ricandidati ma tanto meno sono stati sostituiti adeguatamente. Rimangono Alberto Ribolla, ex parlamentare, e il segretario cittadino Alessandro Carrara.
Insomma, «un disastro», come peraltro ha commentato l’ex deputato Cristian Invernizzi allargando l’orizzonte. Le lacrime di Carrara, disperato nella sede del Point di Andrea Pezzotta in Galleria Mazzoleni, sono quelle di una ragazzo che ci ha creduto fino alla fine. Ma anche la certificazione del dramma politico di un partito disintegrato anche per scelte altrui e prese altrove, senza più un’identità precisa, confuso nelle idee, stantio nelle battaglie, a cui i bergamaschi, almeno quelli in città, non credono più. E forse è davvero arrivato il momento di voltare pagina.
Fardelli d’Italia
Discorso diverso per Fratelli d’Italia. Doveva essere il partito trascinatore. Quello destinato a portare Pezzotta alla vittoria. Invece si è chiuso in se stesso. Rendendosi inutile alla coalizione e al candidato, piazzando semplicemente i suoi uomini (...)
Una curiosità: coloro che attribuisco il successo della Carnevali all'appoggio della stampa fanno lo stesso con il successo nazionale della Meloni?
Sei mesi a stracciare l’anima con parcheggi e sicurezza e viabilità e sicurezza e parcheggi e sicurezza… Cronaca di un disastro annunciato. La vera orribile anomalia è che continuino a vincere in Regione dopo decenni di disastri su temi fondamentali come la sanità (per non parlare dei treni).
Dopo un sindaco di destra, prestato alla sinistra, non poteva essere diversamente. Il primo consiglio alla nuova è stato: se vuoi realizzare, usa anche i privati... per la sinistra è uno sproposito, nella sostanza ha ragione...non c'era storia...
Intanto che il "capitano" rimarrà il capo della lega ne vedremo ancora di disastri politici
Da sempre i media Bergamaschi sono apertamente schierati col csx. Quando è nata la Lega, c'è stata la campagna denigratoria, a Bergamo in particolare oltre che in tutta Italia, più grande mai messa in atto dagli stessi, guidati dai rispettivi partiti di sinistra, vescovi compresi, che non hanno mai guardato alle idee di cambiamento proposte (federalismo e autonomia), che consentono a innumerevoli stati europei e mondiali di avere convivenze ed economie più fiorenti delle nostre. Germania, Svizzera, Spagna, Regno unito, USA, Brasile, ecc. Tutt'ora i media bergamaschi sostengono sempre i candidati di sinistra e si oppongono in ogni modo a quelli di CDX, anche quando vincono, vedi Tentorio e Veneziani. Gori è stato spinto dall'eco, bgnews, tvbg, radio alta, così Carnevali. Unica eccezione finora, Prima Bergamo che con obiettività, lascia e fa parlare anche chi non è di sinistra, pro Gaza, pro Ucraina, ecc. Ormai Bergamo è una città e, di conseguenza una Provincia, il cui presidente viene nominato dal capoluogo, di sinistra, anti lavoratori, pro Vip, anti economia produttiva, da cui sarebbe meglio fuggire, come fanno tanti giovani non all'ammasso.