La candidatura

Elezioni regionali: Maran rompe gli schemi e inguaia il Partito Democratico

Il giovane assessore corre alla presidenza della Regione. Chiude al M5s (e fa arrabbiare i segretario dem Peluffo). E apre agli scontenti del Terzo polo

Elezioni regionali: Maran rompe gli schemi e inguaia il Partito Democratico
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di Wainer Preda

Tanto di capello a Pierfrancesco Maran. L'assessore milanese alla Casa ha avuto il coraggio e l'ardire di candidarsi alla presidenza di Regione Lombardia, nelle file del Pd.

Lo ha annunciato sabato in una conferenza stampa dal teatro Neri Parenti di Milano, trasmessa in streaming, rompendo gli schermi di un partito dai vertici in stato catatonico.

Maran è sceso in campo. Vorrebbe le primarie, che danno legittimazione popolare - e di partito - alla corsa del candidato. Ma rischia di essere l'unico in gara. Perché Carlo Cottarelli ha detto no, Giorgio Gori ha già dato, Giuliano Pisapia ha rinunciato e il sindaco di Brescia Emilio Del Bono tentenna.

Risultato, Maran - 42 anni, ma con esperienza politica e visione da vendere - rompe gli indugi e getta il sasso nello stagno, sperando che le onde sveglino chi di dovere. «Mi candido alla Presidenza della Regione Lombardia perché dopo 30 anni di destra voglio offrire un’alternativa politica e amministrativa coinvolgendo le migliori energie presenti sul nostro territorio», ha detto.

Poi ha aggiunto: «La politica è coraggio ed è anche saper rompere gli schemi. La mia candidatura rompe gli schemi e dice ai lombardi che siamo liberi e autonomi. E io voglio rispondere ai cittadini e non alla politica chiusa nelle stanze. Può piacere o no questa proposta ma è chiara nel dire: partiamo questo weekend, non lasciamo altro tempo a Moratti e Fontana. Se ci sono delle proposte alternative si palesino».

Così il Partito Democratico si trova un candidato, a cui dovrà pur dir qualcosa, mentre i vertici dem si dividono su un altro candidato, che è quello del terzo polo: Letizia Moratti, per giunta ex berlusconiana. Insomma, poche idee e ben confuse sotto il cielo piddino.

Nel suo discorso Maran ha allontanato la possibilità di accordo con il Movimento 5 stelle, facendo arrabbiare il segretario regionale dei dem Vinicio Peluffo che con i pentastellati stava lavorando. « Se qualcuno pensa che la strada della coalizione sia da abbandonare per una corsa solitaria del Pd si pone in netta contraddizione con quanto deciso insieme», ha detto Peluffo.

Nel contempo, Maran apre agli elettori del terzo polo. Soprattutto a quelli di centrosinistra (9 su 10) che proprio la candidatura di Moratti non la digeriscono.

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