Il commento

Giorgio Gori sulla nomina di Raffaele Fitto: «Una piccola delega, risultato del voto contro la von der Leyen»

L'eurodeputato bergamasco incluso nelle delegazioni per Maghreb e Albania. A Strasburgo l'intervento sulle donne afghane

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L'europarlamentare bergamasco Giorgio Gori, dopo essere stato nominato vicepresidente della Commissione Industria ed essere stato incluso tra i membri della Commissione Affari Esteri, è entrato ufficialmente in due delegazioni del Parlamento Europeo, la Eu-Maghreb e la Eu-Albania.

Nelle delegazioni per Nord Africa e Albania

La prima ha l'obiettivo di tessere relazioni con cinque Paesi del Nord Africa (Algeria, Libia, Marocco, Tunisia e Mauritania), l'altra di intensificare ulteriormente i rapporti già avviati gli anni scorsi con la nazione dell'Est. Inoltre, Gori è anche assegnato, come membro supplente, alla delegazione all’Unione per il Mediterraneo.

La notizia è arrivata oggi (giovedì 19 settembre), quando il Parlamento europeo, impegnato in questi giorni nella seduta plenaria di Strasburgo, ha votato le composizioni delle Delegazioni parlamentari. Negli scorsi anni Gori, ancora in veste di sindaco di Bergamo, aveva incontrato più volte il premier albanese Edi Rama e alcuni sindaci delle principali città di quel Paese, costruendo un rapporto che ha già portato l’eurodeputato bergamasco in visita ufficiale a Tirana l'anno scorso.

Il commento sul ruolo di Raffaele Fitto

Gori ha pubblicato nelle scorse ore sui suoi canali Instagram e Facebook un video per raccontare la settimana a Strasburgo e soprattutto la nuova composizione della Commissione Europea: l’ex sindaco si è soffermato non solo sulle contraddizioni della Commissione, ma anche sulle caratteristiche dell’incarico che Ursula von Der Leyen pare avere riservato al Commissario italiano Raffaele Fitto, indicato nelle scorse settimane dal governo.

«La nuova Commissione Ue sconta la contraddizione tra la maggioranza europeista del Parlamento, a cui è ancorato il programma di Ursula Von Der Leyen, e l'orientamento conservatore di molti governi nazionali, a cui si deve la designazione dei commissari - ha commentato l'europarlamentare -. Contraddizione che si riflette nel costante evocare il Rapporto Draghi, con la sua spinta a investimenti e debito comune, affidando però le deleghe finanziarie ai "falchi" Dombrovskis e Hoekstra».

Giorgio Gori al Parlamento europeo

Il discorso è poi andato alla situazione del nostro Paese: «Anche per l'Italia, col suo debito, non sarà una passeggiata è la partita per noi sarà vincolare la presidente e i commissari, una squadra espressa soprattutto da governi di tendenza conservatrice, quindi più a destra, al mandato votato da una maggioranza che potremmo dire di "centrosinistra" al Parlamento europeo».

Rispetto a Fitto, che è stato nominato vicepresidente alla Coesione territoriale e Riforme, «se facciamo il paragone con la precedente delega del commissario Paolo Gentiloni non abbiamo fatto grandi passi avanti, perché Gentiloni era responsabile dell'Economia europea, quindi quella di Fitto è una piccola delega». Un risultato per il bergamasco del voto contro von Der Leyen di Giorgia Meloni e, comunque, per lui adesso Fitto dovrà destreggiarsi con un programma europeista che, aderendo a Fratelli d'Italia, in passato aveva criticato.

 

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L'intervento sulle donne afghane

Sempre nelle scorse ore, c’è anche stato il suo primo intervento nell’emiciclo di Strasburgo: nella veste di componente della Commissione Affari Esteri, ha preso la parola per ricordare all’Aula, riunita in seduta plenaria, la drammatica situazione delle donne afghane, oppresse sempre più dal regime talebano.

«L’apartheid di genere e ogni altro atto di persecuzione nei confronti delle donne e delle ragazze afghane sono una forma di crimine contro l’umanità, e come tale lo dobbiamo combattere con ogni strumento a nostra disposizione e in tutte le sedi più appropriate - ha detto Gori -. Il futuro di milioni di donne e ragazze afghane dipende anche da noi».

Commenti
Francesca pina

Ma che ci sta a fare la Meloni in Europa? Certo le fanno comodi i soldi eh, se no l’Italia salta con tutti debiti che ha, ma cerrrto noi in Italia siamo così onesti

René

Sig.Marcello se vuole un esempio di yesman in questo caso di yeswoman (o come dice lei di "servi dei poteri forti ")lo trova nel tap tap del presidente Biden sulla testolina della sua premier durante l incontro ufficiale alla casa Bianca ....le ricordo che sempre Lei ha votato no alla presidente della commissione europea quando si è resa conto che ne il suo ne i voti dei suoi erano necessari...per poi cantare vittoria per un ruolo di secondo piano ..la saluto e le auguro una buona giornata

Aurora

Ma non ce ne eravamo liberati? Dategli un programma da condurre vi prego!

Claudio

Gori chi? Quello della schifezza di cancellata a P.le Alpini e del "capolavoro" della rotonda di Pontesecco? Ha stancato davvero ormai con il suo smodato protagonismo.

Francesco Giuseppe

Ma pensi a tutto ciò che non ha fatto a Bergamo e allo sperpero dei doldi pubblici on cavolate. Non saremmo stati allagati per la terza volta, se avesse fatto il suo dovere, facendo pulire il Morla e i boschi invece di costruire piste ciclabili, fontane e recinzioni. E pontifica. Non lo abbiamo visto ad aiutarci a spalare il fango dai garage, come la Carnevali.

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