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Gori e l'ordine del giorno sullo Ius Scholae in Consiglio comunale. L'opposizione si astiene

La maggioranza approva la richiesta al Parlamento, ma secondo il centrodestra si tratta di un’iniziativa ideologica e strumentale

Gori e l'ordine del giorno sullo Ius Scholae in Consiglio comunale. L'opposizione si astiene
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Nel corso del Consiglio comunale di ieri (martedì 5 luglio), il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha presentato un ordine del giorno, di cui è stato primo firmatario, riguardante lo Ius Scholae, al fine di sollecitare il Parlamento italiano a promuovere e approvare una legge che garantisca la cittadinanza agli studenti immigrati. L’iniziativa è stata sostenuta dalla maggioranza e infine approvata in sede di votazione, ma la minoranza di centrodestra si è astenuta, con la motivazione che la proposta fosse ideologica e strumentale.

«Sono 3.700 gli allievi di origine straniera che frequentano le scuole di Bergamo – ha twittato oggi il primo cittadino -. L’89 per cento è nato qui. Molti sono di terza generazione. Il Consiglio comunale di Bergamo chiede al Parlamento di approvare quanto prima lo Ius Scholae, per riconoscerli come cittadini italiani». Secondo Gori, la proposta di una legge di questo tipo supererebbe gli scogli su cui si era arenato a suo tempo lo Ius Soli, dato che a differenza di quest’ultimo prevede un ciclo scolastico di cinque anni per il conferimento della cittadinanza.

Inopportuna, secondo Andrea Tremaglia (capogruppo di Fratelli d’Italia), la scelta della maggioranza, che è stata definita un «mero pretesto, peraltro ideologico, che non credo debba essere discusso in questa sede, e fatto in un momento in cui il Governo, in odore di elezioni, è in estrema difficoltà. Oltretutto in una serata in cui è stata bocciata l’urgenza di un ordine del giorno, quello di Enrico Facoetti (Lega, ndr), che invece aveva l’intenzione di discutere del caro bollette e delle difficoltà vissute dalle famiglie bergamasche».

Si è unito a questa posizione anche Giacomo Stucchi (Lega), che afferma: «Non è in cima alle priorità dei nostri cittadini». Stessa opinione per Bergamo Ideale, con Danilo Minuti che ha definito l’Amministrazione corrente «la più ideologica che abbiamo mai visto».

Un forte sostegno all’ordine del giorno è arrivato invece da Oriana Ruzzini del Pd, che ha sottolineato la necessità di una legge di questo tipo in quanto i ragazzi «fanno la scuola di cittadinanza in Italia, a Bergamo, ma non possono essere considerati italiani», e della sua compagna di partito Francesca Riccardi, la quale ha affermato: «L’integrazione non può passare se non dalla concessione della cittadinanza. Senza, si sentiranno discriminati. Porteranno nelle loro famiglie l’orgoglio di esserlo. Un bambino che ha la pagella con il bollo dello stato italiano non può considerarsi italiano».

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