Che confusione!

Il giallo delle rinunce ad AstraZeneca in Lombardia: sono il 15 o il 5 per cento?

Il dg al Welfare Giovanni Pavesi, in Commissione sanità, si è mostrato preoccupato, fornendo una percentuale elevata e parlando di trend in crescita. La vicepresidente Moratti, però, lo ha smentito (senza citarlo) e ha minimizzato il problema. Intanto, in Bergamasca...

Il giallo delle rinunce ad AstraZeneca in Lombardia: sono il 15 o il 5 per cento?
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In Lombardia rifiuta AstraZeneca il 15 per cento di chi dovrebbe essere vaccinato con questo vaccino, oppure il 5 per cento? L’ennesimo cortocircuito comunicativo di Regione Lombardia nasce dal fatto che i due dati discordi sono stati entrambi forniti dalle autorità regionali, ma in sedi diverse.

Commissione sanità

Questa mattina (mercoledì 14 aprile), il direttore generale dell'assessorato al Welfare Giovanni Pavesi, intervenendo in Commissione sanità ha fatto sapere che «il 15 per cento della popolazione che si è recata nei nostri centri vaccinali ha rifiutato» il vaccino AstraZeneca.

Non solo. Pavesi ha anche aggiunto che «abbiam0o la sensazione che si tratti di una percentuale in crescita. È un tema difficile, un fenomeno che negli ultimi giorni sta diventando più importante di quello che possiamo pensare». Insomma, Pavesi s'è mostrato preoccupato, tant'è che anche il consigliere regionale bergamasco Niccolò Carretta (Azione), in un comunicato stampa post Commissione, ha sottolineato come sarebbero necessarie della campagne comunicative ad hoc.

Pavesi ha poi aggiunto che «se in sede di anamnesi ci sono valutazioni critiche, allora possiamo fare il vaccino Pfizer». In tutti gli altri casi, se c'è un rifiuto la persona viene «messa in coda». In altre parole, le persone per le quali è prevista la somministrazione di AstraZeneca e che rifiutano questo vaccino, riceveranno la loro dose eventualmente a fine campagna vaccinale, dopo tutti gli altri. E, ovviamente, con il tipo di vaccino che sarà in quel momento a disposizione.

Letizia Moratti smentisce Pavesi

Poche ore dopo, a smentire il direttore generale dell’assessorato al Welfare e a minimizzare la problematica ci ha pensato direttamente la sua "superiore, ovvero l'assessore al Welfare e vicepresidente Letizia Moratti, che in una nota stampa, senza mostrare particolari preoccupazioni, ha sottolineato come non esista un «“allarme-rinunce” in Lombardia per AstraZeneca. Ad oggi è meno del 5 per cento dei cittadini che sarebbero vaccinati con questo vaccino a rifiutare effettivamente la somministrazione».

Secondo la vicepresidente e assessore al Welfare, le rinunce a vaccinarsi con AstraZeneca sarebbero «irrisorie». Al contrario «sono in aumento considerevole le domande di approfondimento e di spiegazione sul vaccino. Nel corso delle anamnesi i medici stanno ricevendo una crescente domanda di approfondimenti su AstraZeneca da parte dei cittadini che però, grazie soprattutto alla competenza, alla chiarezza e alle rassicurazioni del personale medico, accettano nella pressoché totalità dei casi di farsi vaccinare».

Chi ha ragione?

È evidente come le due affermazioni, quella di Pavesi e quella di Moratti, siano in contrasto tra loro. L'ipotesi più plausibile, è che Pavesi abbia sbagliato a leggere il dato, dicendo 15 per cento invece che 5 per cento. Ma è solo un'ipotesi, dato che Moratti, nel suo comunicato, non ha citato Pavesi e non ha corretto il dato riportato dal suo dg. Così come dall'assessorato al Welfare non è arrivata alcuna smentita o precisazione.

La situazione a Bergamo

Fortunatamente, la paura verso AstraZeneca non si sarebbe ancora fatta sentire nella Bergamasca. Dall’Ats Bergamo filtra l'informazione che le rinunce sul territorio sarebbero pressoché nulle. Anche in provincia, al momento, prevarrebbero i casi in cui le persone, in sede di anamnesi, chiedono maggiori informazioni sul vaccino e magari esprimono qualche perplessità, ma poi accettano di sottoporsi alla somministrazione. Che, ricordiamo, è assolutamente consigliata: i dati dimostrano come AstraZeneca sia sicuro e come i suoi benefici superino di gran misura i rischi di non farlo.

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