Carenza di medici in montagna? La proposta è dare loro incentivi e premialità
L'idea è stata lanciata consigliere regionale bergamasco del Pd Jacopo Scandella per cercare di ovviare alla mancanza di personale sanitario nelle zone più periferiche, abitate soprattutto da anziani
Incentivi ad hoc e premi per chi decide di esercitare la professione medica nelle zone di montagna. È la proposta lanciata dal consigliere regionale bergamasco del Pd Jacopo Scandella per cercare di ovviare alla carenza di medici di base e, più in generale, di personale sanitario nelle aree più impervie della Lombardia. «Chiediamo a Regione e Ats di intervenire con incentivi e premialità nei punteggi per chi decide di venire nelle zone più disagiate, dove vivono molti anziani e dove la figura del medico di base è ancora più indispensabile», sottolinea Scandella raccogliendo il grido di allarme lanciato nei giorni scorsi dai sindaci dell’Alta Val Seriana.
Nel corso della discussione riguardo l’assestamento al bilancio regionale, sono state diverse le proposte presentate sull’argomento. «Abbiamo impegnato la giunta ad assicurare la presenza nei presidi montani di un adeguato personale sanitario – aggiunge -, così da garantire, attraverso vincoli e incentivi economici e di carriera, una stabilità almeno decennale nella quantità e nella qualità dei servizi offerti nelle aree più periferiche della regione, promuovendo anche nuove forme di medicina territoriale, come il "country hospital", la telemedicina, o gli infermieri di comunità».
«Un impegno che vale, naturalmente, anche per il reclutamento dei medici di base, del personale delle Rsa e di tutta la rete dei servizi territoriali – conclude il consigliere Scandella - Bisogna dare finalmente stabilità ai servizi in montagna e garanzie alle famiglie che decidono di viverci».