Intervista a Daisy Pirovano (Lega): «Agli esclusi dico che anche per Salvini non è stato facile»
Intervista alla senatrice uscente e candidata del centrodestra al Senato, nel collegio di Bergamo e valli
di Wainer Preda
Daisy Pirovano ha 44 anni ed è senatrice uscente della Lega. Nata e cresciuta a Misano di Gera d'Adda, si è trasferita in Francia, a Aix en Provence, dal 1997 al 2002, per frequentare l'Università. Dopo la laurea in diritto Internazionale e Europeo con specializzazione in diritto umanitario e master in Scienze Penali e Criminologiche, nel 2009 è diventata sindaco di Misano. Poi nel 2018 l'elezione al Senato. Oggi corre per la riconferma, supportata dal centrodestra, nel collegio di Bergamo e Valli.
Pirovano, lei è figlia d’arte (il padre Ettore è stato senatore e presidente della Provincia di Bergamo, ndr). Ha seguito le orme di papà nella Lega?
«Ho seguito le orme di mamma, che era una grande stilista di alta moda e che è stata la prima leghista della famiglia. Il voto alla Lega Lombarda l’ha dato nell’89 quando mio padre ancora non sapeva cosa fosse».
Perché ha deciso di candidarsi?
«Sono militante nella Lega dagli Anni Novanta. Mi sono messa a disposizione del partito, come ho fatto in precedenza nel 2018 e da giovane donna sindaco».
Che cosa ha fatto finora per la nostra terra?
«Ho lavorato su migliaia di provvedimenti in Commissione Affari Costituzionali e Bilancio al Senato. Il periodo più difficile è stato la pandemia. Da bergamasca e da sindaco l’ho vissuta in prima linea portando le nostre istanze a Roma. Fare il sindaco ti costringe a tenere i piedi per terra».
Il Paese, Bergamasca compresa, rischia parecchio economicamente. Come intende aiutarlo?
«Candidarsi oggi è un’enorme responsabilità. Con le bollette alle stelle per famiglie, attività ed enti locali, non è facile ottenere la fiducia dagli elettori. Non servono le promesse. Serve che la politica allenti le maglie della burocrazia e lasci più soldi nelle tasche di chi fa girare l’economia».
Se tornasse a Roma, qual è questione più urgente che cercherà di risolvere per Bergamo?
«L’urgenza oggi è certamente quella del costo e dell’approvvigionamento dell’energia, che stiamo già affrontando in questi giorni con il Governo uscente, perché le bollette non puoi pagarle con le schede elettorali e i macchinari nelle fabbriche non si alimentano di promesse. Dobbiamo abbassare le tasse e rendere la nostra terra sempre più autonoma».
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