La candidatura alle provinciali di Bolandrini nella lista di Forza Italia non piace al Pd
Tra le probabili cause la mancata riconferma come consigliere provinciale, il capogruppo dem locale: «Il civismo non è trasformismo»
Festa in Forza Italia e disappunto nel Partito democratico dopo l'annuncio del sindaco di Caravaggio, Claudio Bolandrini, civico legato al centrosinistra, della sua corsa alle elezioni provinciali nella lista degli azzurri "Civici moderati".
Un civico di larghe vedute
La questione è per certi versi complicata, perché come chiarito diverse volte, in passato, dal diretto interessato, la tessera del Pd non ce l'ha mai avuta. Tuttavia, alle amministrative del 2016 vinse proprio grazie a una coalizione formata sì da liste civiche, ma anche dai dem locali, che gli diedero un supporto significativo. Garantendogli, in questo modo, la conquista di un comune che era stato per vent'anni del centrodestra. Bolandrini non ha però mai preferito i confini netti e già allora fu significativo l'aiuto di Augusto Baruffi, fuoriuscito dal Carroccio che guidava due liste civiche.
Un'altra dimostrazione si ebbe nel 2021, quando alla chiamata alle urne, al secondo turno, si rivelò decisivo per lui l'appoggio di Carlo Mangoni. Civico di centrodestra che, durante la campagna elettorale, in disaccordo con Fratelli d'Italia e Lega, passò dalla sua parte, portandolo ancora una volta alla vittoria. Nel frattempo, sia nel 2016 che nel 2018 il sindaco era stato pure eletto nella lista "Democratici e civici" del Pd.
La sua mancata conferma come consigliere provinciale nell'ultima occasione disponibile aveva però generato degli attriti con i dem, un contrasto a cui si aggiunge l'avvistamento a maggio 2022 in Trevigliofiera del primo cittadino, alla cena con Silvio Berlusconi organizzata dall'attuale deputato e coordinatore regionale Alessandro Sorte.
Da parte sua, Bolandrini si è mostrato stupito del clamore suscitato dalla sua decisione, dato che si ritiene un civico e pensava che la sua strategia politica, con Baruffi e Mangoni, a Caravaggio fosse ormai chiara. Una sorta di governo di larghe intese, sul modello di quello di Pasquale Gandolfi in via Tasso.
Disappunto nel Pd
Una posizione che però non ha convinto molto, a quanto pare, il Pd bergamasco, che dopo essersi preso un momento per elaborare quanto successo oggi (venerdì 30 agosto) ha commentato ufficialmente la vicenda. «Prendiamo atto della decisione politica del sindaco Bolandrini di candidarsi alle provinciali nella lista legata a Forza Italia, nonostante da sempre si è lavorato all'interno della lista di centrosinistra "Democratici e Civici per la Bergamasca", per la quale è stato anche consigliere provinciale dal 2016 al 202 - ha detto Mirko Gatti, segretario del pd di Caravaggio -. Questa scelta non è stata condivisa con i gruppi consigliari di maggioranza, motivo per il quale il partito ha chiesto un incontro urgente al sindaco».
Non sembra molto felice della scelta di Bolandrini nemmeno il segretario provinciale Gabriele Giudici: «Siamo politicamente e umanamente sorpresi dalla scelta di campo, incoerente rispetto agli impegni con l’elettorato, che ha scelto questa amministrazione perché in netto contrasto con il passato governo di centrodestra - ha spiegato -. Lui, civico, non è stato eletto a capo di una lista civica, ma di una coalizione politica formata da liste civiche e dal Pd. Partito senza il quale non sarebbe stato eletto nel 2016, riconfermato nel 2021 e consigliere provinciale per cinque anni».
Una dichiarazione d'intenti rispetto alla nuova situazione è poi arrivata dal capogruppo dem in Consiglio comunale a Caravaggio, Enrico Premoli: «Noi teniamo fede all'impegno preso con i nostri concittadini per espletare il mandato elettorale. In maggioranza ci riserveremo, per questo motivo, il dovere di verificare la coerenza di ogni scelta amministrativa con il programma che insieme abbiamo presentato».
Ha infine rimarcato la differenza di prospettiva tra i due schieramenti politici: «La nostra stella è la visione progressista, consapevoli che c’è una differenza qualitativa forte fra il centrosinistra, civismo progressista e Pd, e il centrodestra su temi cruciali per il futuro della nostra città e provincia. Sarà il sindaco a dover motivare alla cittadinanza che lo ha votato, con un mandato preciso, le motivazioni di questo salto. Il civismo non è sinonimo di trasformismo, bensì di impegno con la cittadinanza nel rispetto del mandato politico assegnato».