l'interrogazione

La Lega chiede che il Comune agisca contro Repubblica, che ha definito Bergamo «la Wuhan d'Italia»

A far infuriare il Carroccio il titolo: "Dopo il V-day niente. La campagna fantasma della Wuhan d’Italia". Il consigliere Stefano Rovetta chiede che l'Amministrazione prenda una posizione nei confronti del quotidiano

La Lega chiede che il Comune agisca contro Repubblica, che ha definito Bergamo «la Wuhan d'Italia»
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I consiglieri comunali della Lega di Bergamo non hanno preso bene l’articolo pubblicato il 3 gennaio (ieri) dal giornalista bergamasco Paolo Berizzi su la Repubblica. A mandare su tutte le furie i leghisti è stato il titolo: "Dopo il V-day niente. La campagna fantasma della Wuhan d’Italia". Tanto che il gruppo comunale del Carroccio ha depositato a Palazzo Frizzoni un’interrogazione, a prima firma Stefano Rovetta, nella quale chiede all’Amministrazione se intende prendere provvedimento contro una «campagna di fatto “diffamatoria” anche a mezzo comunicati», o prendere pubblicamente posizione contro «tale articolo giornalistico e, nel caso di specie, nei confronti del quotidiano».

Una posizione condivisa anche dal deputato bergamasco del Carroccio Daniele Belotti, che sui social ha attaccato duramente il giornalista orobico, senza risparmiare qualche frecciatina al sindaco Giorgio Gori.

Nel documento depositato in Comune si sottolinea che «a parte gli spunti e le valutazioni di natura espressamente politica e dunque anche a seconda delle proprie idee concretamente criticabili» si dipingerebbe in modo negativo la nostra città, a «discapito e svantaggio delle numerose iniziative messe in campo da tutti i cittadini atte a superare il periodo di difficoltà».

Secondo la Lega, Paolo Berizzi non si farebbe scrupoli nell’etichettare Bergamo come Wuhan. Raffigurare Bergamo come una città infetta sarebbe l’ennesimo colpo di grazia ai tentativi di promozione turistica del nostro territorio. «Tale valutazione ostacola e sminuisce le iniziative prese dall’Amministrazione con campagne pubblicitarie anche nazionali, ad esempio “Quanto è bella Bergamo”, volte a stimolare il turismo, senza contare i relativi costi sostenuti che ammontano a più di un milione di euro».

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