Polemica

La lettera dei militanti della Lega ai vertici: «Politica appiattita e senza orgoglio»

Nel documento si chiede una riflessione sulla svolta nazionale attuata dal partito e si annuncia una raccolta firme, che ha già raccolto numerose adesioni

La lettera dei militanti della Lega ai vertici: «Politica appiattita e senza orgoglio»
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I dirigenti locali e i militanti della Lega hanno scritto una lettera aperta alla Segreteria nazionale ed ai vertici lombardi e bergamaschi, in cui viene criticata la linea attuale del partito e si chiede di ascoltare di più la base, che si ritrova spaesata e non sa più come rispondere alla confusione dell’elettorato. A riportare la notizia è stato ieri (lunedì 4 luglio) AdnKronos, che ha avuto modo di leggere il contenuto del documento.

«La realtà dei nostri giorni ci obbliga a fermarci e riflettere» si legge all’inizio del testo, in cui si chiede a chi di dovere di fare i conti con la «realtà dei nostri giorni, dopo una svolta nazionale del movimento» ed anche «degli ultimi insuccessi elettorali legati alla giornata del 12 giugno scorso (referendum e comunali)», annunciando una raccolta firme, che avrebbe già avuto decine di adesioni, in cui si chiede il ritorno ai vecchi valori e la centralità dei congressi locali per eleggere i dirigenti: «Attendiamo da molto, troppo tempo l’elezione ufficiale delle figure di riferimento territoriali. Basta commissari, chiediamo che tutte le cariche tornino ad essere elettive».

Traspare un forte biasimo, da parte dei dissidenti, per la linea politica degli ultimi anni e, soprattutto, dell’ultimo periodo portata avanti dal Carroccio: «Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando la voce del grande Bossi tuonava nell’etere, ma anche nei nostri cuori, come simbolo del Nord, di quella parte territoriale viva, produttiva, capace, ricca di positive prospettive per il futuro. A distanza di anni, tra alti e bassi, ci troviamo però molto lontani da quello che erano i nostri valori e le battaglie per cui tutti noi lavoravamo con energie e sacrifici». Una certa insofferenza è stata espressa anche verso il decisionismo dei piani alti: «Basta con gli ordini dell’ultimo momento, magari non condivisi e “recapitati” via messaggio. La sofferenza dei soci e dei militanti di sezione è palese, e la situazione sta esplodendo».

«Stiamo raccogliendo sconfitte ovunque – continuano i leghisti -. Già l’anno prossimo saremo chiamati al voto e la spiacevole discesa di consensi a cui stiamo assistendo ci fa male, non aspettiamo di trovarci senza candidati e soprattutto senza elettori. […] Siamo in una fase critica e difficile, è chiaro a tutti, anche a chi vorrebbe negarlo, ma non dobbiamo celarci dietro a ingannevoli messaggi sui social che evidenziano false vittorie». Arriva poi anche la “stoccata” all’adesione all’esecutivo di alleanza nazionale: «Oggi l’incoerenza domina su tutto, la politica tutta è appiattita e allineata senza orgoglio, pur di governare. I militanti non sanno più cosa rispondere a chi li ferma per chiedere spiegazioni».

Infine, la richiesta è quella di tornare ai vecchi valori della Lega: «Autonomia e poi contrasto all’immigrazione, sicurezza per il territorio e per i nostri giovani, lotta alla droga, parliamo di lavoro, battiamoci per togliere il vergognoso reddito di cittadinanza, difendiamo i temi della famiglia».    

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