«La vera criticità è la sicurezza ospedaliera»: Paolo Franco invoca in Regione azioni e risorse
Giovedì 16 aprile a Palazzo Lombardia seduta del Consiglio regionale: in discussione le risorse per l'emergenza. Il consigliere orobico critico: «Si deve agire secondo piani precisi e con personale formato, non nella concitazione dell'emergenza»
di Giambattista Gherardi
Si è ritrovato nel triplice ruolo di consigliere regionale, presidente di Uniacque e volontario: Paolo Franco vive a più livelli l’emergenza legata alla pandemia Covid19. Sul suo profilo social ci sono le fotografie dei primi giorni dell’epidemia, comprese quelle dell’assemblea di tutti i sindaci bergamaschi riuniti la sera di domenica 23 febbraio al Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo collegati in teleconferenza con il Pirellone. Senza mascherine e senza alcun distanziamento sociale, con il salone al limite della capienza.
Era il giorno dei primi casi riscontrati con l’esito positivo dei tamponi all’Ospedale di Alzano. Proprio sui nosocomi (non soltanto quello della Val Seriana, salito alla ribalta delle cronache) è incentrata la riflessione di Franco in vista del Consiglio regionale di giovedì 16 aprile a Milano (dalle 10 alle 18 nell’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia, utile a una maggior distanziamento fra i consiglieri). L’assemblea dovrà approvare la variazione del bilancio di previsione 2020-2022 per far fronte all’emergenza Covid 19. All’ordine del giorno anche il dibattito sui temi connessi all’emergenza epidemiologica, con comunicazioni del presidente della Regione, Attilio Fontana. Paolo Franco, già coordinatore provinciale di Forza Italia, dallo scorso settembre è entrato a far parte di Cambiamo!, la formazione politica fondata dal governatore della Liguria Giovanni Toti. In Consiglio Regionale fa parte del gruppo misto.
«Dobbiamo evitare - sottolinea Franco - che all’emergenza tuttora in corso si aggiungano polemiche sterili, utili a dividere l’opinione pubblica in partiti opposti, ma non a ricercare le criticità che, in maniera direi evidente, hanno fatto della Lombardia, della Bergamasca e della Valle Seriana in particolare un’area in cui la diffusione del contagio è stata estremamente superiore ad altre zone. Sicuramente il virus si è diffuso sottotraccia già nelle settimane precedenti al 23 febbraio, ma la mia riflessione non vuole indagare macro temi che hanno livelli nazionali e internazionali, quanto focalizzarsi su un elemento locale, secondo me decisivo e dirimente: non c’è stata sicurezza ospedaliera nell’immediato e nella successiva gestione dell’emergenza». La linea di “difesa” messa in campo nelle ultime settimane a mezzo stampa dall’assessore regionale Welfare, Giulio Gallera, dal direttore regionale Luigi Cajazzo e dal direttore regionale dell’Asst Bergamo Est Francesco Locati è stata quella di un evento che per tempi e dimensioni ha travolto tutto e tutti.
«Ho un’esperienza lavorativa personale - sottolinea Paolo Franco – che mi ha visto legato alla sicurezza sul lavoro, ma anche anni di volontariato nel mondo delle ambulanze. Al di là delle appartenenze e dei livelli governativi o locali, dobbiamo chiederci con determinazione cosa non ha funzionato e perché. Per qualsiasi rischio, anche il più catastrofico, vi sono piani e persone dedicati ai protocolli da attuare, proprio per non essere impreparati, perdendo tempo vitale. Qui va fatta un’analisi chiara e vanno presi in esame i necessari correttivi». Ad Alzano come altrove, l’impressione di molti, emersa a più voci anche attraverso le testimonianze di sanitari e parenti, è che tutto questo non sia avvenuto e che soprattutto siano state attuate azioni non ottimali che hanno finito per fare dell’ospedale non un presidio di cura, bensì un moltiplicatore (esponenziale) di contagio. È sensazione diffusa (e a chiarirlo potrebbero essere le indagini avviate dalla magistratura) che ad invertire la tendenza sia stato, nel caso di Alzano, l’arrivo di militari dell’Esercito italiano e dell’Esercito russo, che hanno dato ordine e rigore anche e soprattutto ad abitudini diffuse e non virtuose.
«In Consiglio Regionale - sottolinea Paolo Franco – chiederò precisi interventi, con relativi finanziamenti, per disporre a livello ospedaliero e in ambito sociosanitario di precisi dispositivi di protezione, ma soprattutto un chiaro e immediato impegno per formare sul campo il personale sanitario rispetto all’emergenza Covid e ai comportamenti necessari per limitare al massimo gli aspetti negativi. Nulla deve mai più essere improvvisato nella concitazione dell’urgenza. Da consiglieri regionali abbiamo la possibilità di vivere a stretto contatto con il territorio, cogliendo le criticità per tradurle in un’azione politica immediata, utile e duratura».