Botta e risposta

Anche in tempi di pandemia, in Consiglio comunale si fa polemica (un po' di normalità!)

Il gruppo consiliare della Lega propone di destinare il gettone di presenza dei consiglieri al fondo di solidarietà aperto dal Comune per la crisi. Ma Simone Paganoni alza il polverone: «È una buffonata»

Anche in tempi di pandemia, in Consiglio comunale si fa polemica (un po' di normalità!)
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Quando la gente invoca la normalità, forse non ha in mente proprio una vicenda come questa. Però la normalità è fatta anche di sterili scaramucce più o meno politiche, come quella imbastita nelle ultime ore in Consiglio comunale a Bergamo. Tutto è partito da una proposta del gruppo consiliare della Lega, che ha posto come ordine del giorno un invito alla Giunta di incrementare il fondo di mutuo soccorso da trecentomila euro istituito nei giorni scorsi. La proposta prevedeva di aggiungere altri duecentomila euro per raggiungere una quota che ammontasse complessivamente attorno al mezzo milione di euro. Inoltre, i consiglieri leghisti avevano invitato i consiglieri a devolvere il loro gettone di presenza, oltre che sindaco e assessori a destinare al fondo il venti per cento dei loro compensi per tutta la durata - comprese eventuali proroghe - delle restrizioni legate alla lotta al Coronavirus.

Il consigliere Simone Paganoni, qui con la sua collezione da Guinness di memorabilia Nutella

La polemica è poi divampata sui social quando il consigliere Simone Paganoni (Patto per Bergamo) ha duramente replicato alla proposta - sostenuto in questo anche da buona parte della maggioranza - definendola una «buffonata per ben quattro ragioni». Nello specifico:

«Primo: fanno credere che gli amministratori portino a casa chissà cosa. Nei mesi di marzo e aprile porterò a casa 61 euro. Li potrei anche devolvere, ma non capisco perché la beneficenza debba essermi imposta. Questo mucchio di soldi li ho guadagnati lavorando per la città, trovando mascherine, collaborando alla chiusura di alcuni parchi, contribuendo ad alcune decisione per facilitare il lavoro dei volontari. Secondo: ben due consiglieri della Lega non percepiscono il gettone perché occupano due poltrone quindi, chi non prende il gettone mi impone moralmente di devolvere il mio perché, già mi immagino, se non acconsentissi mi farebbero pure passare per lo stronzo che non vuole aiutare i cittadini in difficoltà».

Il terzo punto riguarda alcune discussioni dei giorni precedenti: «Quando ho provato a controbattere che io potrei devolvere il mio emolumento di 61 euro al fondo comunale se anche il loro consigliere (il riferimento è ad Alberto Ribolla, ndr) facesse lo stesso con quello che ha guadagnato negli stessi due mesi come deputato eletto a Bergamo (circa ventimila euro) il fondo ne gioverebbe molto di più, mi è stato detto di smetterla di fare polemiche».

Infine, nel quarto punto, Paganoni invita la Regione «amministrata dagli stessi leghisti che mi chiedono di donare 61 euro per aiutare (anche) i piccoli esercenti in crisi» a prendersi cura concretamente del problema, criticando la smart card che gli esercenti devono attivare al costo di 80 euro per richiedere la cassa integrazione d'emergenza in questi mesi: «Si fanno belli chiedendo ai consiglieri 61 euro in favore di poveri e piccoli esercenti in crisi per poi metterla in quel posto agli stessi esercenti facendogli spendere più di 80 euro per un balzello inutile e ingiustificato?».

Il consigliere leghista Stefano Massimiliano Rovetta

A questa risposta, che ha ricevuto il plauso tra gli altri del vicesindaco Sergio Gandi, ha ribattuto anche la Lega, e in particolare il consigliere leghista Stefano Rovetta, che ha accusato Paganoni di sminuire la proposta: «Proposta che non vuole essere propagandistica. Abbiamo detto di destinare i nostri gettoni per tutto il periodo dell'emergenza al fondo, così come parte delle spese correnti che riguardano sport, cultura ed eventi che non possono essere realizzati, in più si chiedeva al Comune di sospendere i canoni di locazione, sempre per il periodo di locazione: tutto questo è stato ricondotto da Paganoni agli stipendi degli onorevoli». Dopodiché, nelle ore successive, lo stesso Rovetta ha rincarato la dose: «Montare una diatriba sul fatto di non voler cedere per intero i rimborsi che percepiranno i consiglieri comunali nei prossimi mesi, così come di destinare delle spese in conto corrente al bilancio e che non verranno impiegate, per incrementare ulteriormente il fondo di solidarietà pare sia né opportuno, né tanto meno appropriato. Cercare a priori e prima della decisione del Consiglio (quando finalmente verrà convocato) scusanti per anticipare il voto contrario a questa iniziativa lascia attoniti e molto delusi». La polemica sembra destinata a continuare. C'è tanta carne al fuoco e - francamente - davvero poca voglia di tenere controllata la cottura. Uno spettacolo un po' fuori luogo. Ma pur sempre uno stralcio di normalità.

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