L'intervista

Luca Nosari (Lista Pezzotta): «I partiti del centrodestra in città sono scatole vuote»

Il consigliere comunale più votato della civica del candidato sindaco vuota il sacco. E sulla debacle della sua coalizione ha un’idea precisa anche sul futuro

Luca Nosari (Lista Pezzotta): «I partiti del centrodestra in città sono scatole vuote»
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di Wainer Preda

È stato il più votato della Lista Pezzotta, dopo il titolare della civica, ovviamente. Luca Nosari, consigliere comunale riconfermato, ha incassato 243 preferenze e si è fatto un’idea precisa sulla debacle elettorale subita dal centrodestra a Bergamo. Libero da vincoli partitici e senza peli sulla lingua, ecco la sua disamina.

Nosari, avete fatto un’analisi della scoppola che avete preso?

«Sì certo. È stata fatta una riunione con i partiti e una dentro la lista civica».

E che cosa è emerso?

«Che c’è una discrepanza fra quello che i partiti vedono all’interno della città e quelli che invece sono stati i risultati. È stata un’analisi abbastanza lucida degli errori. Ma un conto è interiorizzare il problema, un altro è risolverlo e mettersi nelle condizioni di agire di conseguenza. Cosa che secondo me, in questo momento, i partiti non sono in grado di fare».

Idee chiare, ma gambe ferme...

«Sono convinto che l’attuale centrodestra non sia in grado di prospettare delle soluzioni ai problemi che ha riscontrato».

Quali sono stati gli errori?

«Il seme del male è sempre il ritardo nella scelta del candidato, imputabile ai partiti a livello nazionale. Vedono Bergamo come un punto sulla cartina. E se va male dicono: “Chissenefrega, ci prendiamo Dalmine, Romano e Seriate”. Allargando poi il ragionamento anche agli altri capoluoghi di provincia. Il punto è che ai partiti nazionali di Bergamo non gliene importa niente. La dimostrazione è che siamo arrivati due volte su due in ritardo nello stabilire il candidato sindaco, a tre mesi dalle elezioni. Prima con Stucchi e poi con Pezzotta».

Partito per partito, dove sono i guai?

«Non voglio dare la colpa a un singolo partito piuttosto che a un altro. La grossa pecca di tutti è che in città non hanno struttura organizzativa, non hanno classe dirigente, non hanno persone, non hanno programmi attrattivi e vincenti. Non hanno una visione d’insieme. Non hanno radicamento nei quartieri. Oggi i partiti di centrodestra in città sono delle scatole vuote».

Vale per Lega, FdI e Forza Italia?

«Vale per tutti e tre. Anche se ci sono persone valide. Ma sono mosche bianche».

Cosa salva allora di questo centrodestra cittadino?

«Oggi non c’è da salvare nulla. È proprio tutto da rifondare».

E da dove si parte?

«Se ci si vuole dare una nuova veste, un nuovo progetto, non si può che partire dal civismo. I partiti della coalizione oggi non sono minimamente attrattivi, né in grado di rigenerarsi e rinnovarsi. Scommetto che fra cinque anni saranno nella medesima situazione, come peraltro nei dieci anni precedenti. La storia non ha insegnato loro nulla».

Il civismo invece?

«È qualcosa di diverso. Parte dalle singole persone, dal basso e non da strutture piramidali. Dalla volontà di alcuni di mettersi in gioco, scollandosi di dosso le etichette che i partiti portano».

Avete in mente qualcosa come Innova Bergamo di Gori?

«Siamo freschi di elezioni, ma è chiaro che c’è la volontà della Lista civica Pezzotta di non buttare via quanto è stato fatto in questi mesi. Ci sono persone valide. Vorremmo provare a strutturarci un po’ di più».

C’è stata la presunzione che Pezzotta bastasse? Come è possibile mandare a schiantarsi un professionista di quel livello?

«È uno degli errori fatti, i partiti non l’hanno supportato abbastanza: “Armiamoci e parti tu” (...)

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