il dibattito

Il Governo taglia i contributi ai Comuni e anche da Bergamo e provincia sale la protesta

Tra i 208 sindaci lombardi che hanno sottoscritto la lettera indirizzata a Roma c'è anche la prima cittadina del capoluogo Elena Carnevali. E non solo lei

Il Governo taglia i contributi ai Comuni e anche da Bergamo e provincia sale la protesta
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Tra i 208 sindaci lombardi che hanno deciso di dire no ed evidenziare i problemi derivanti dai tagli ai contributi pubblici dallo Stato ai Comuni ce ne sono sei bergamaschi: le sindache Elena Carnevali di Bergamo, Paola Agazzi di Levate e Valentina Ceruti di Villa D'Almè, oltre ai sindaci di Bonate Sopra Matteo Rossi, di Osio Sotto Corrado Quarti e di Morengo Amilcare Signorelli.

I destinatari a Roma

Nello specifico, questi sindaci hanno firmato una lettera inviata al Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti; al Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi; ai presidenti della Sesta commissione permanente al Senato (Finanze e tesoro) e alla Camera (Finanze), rispettivamente Massimo Garavaglia e Marco Osnato. Infine, indirizzata anche al responsabile Finanze Locali di Anci nazionale, Alessandro Canelli.

47 milioni di euro in meno

Come spiegano i colleghi di Prima LaMartesana, l'oggetto centrale della discussione è la legge del 30 dicembre 2023, n. 213, che prevede una riduzione di 250 milioni di euro annui (a livello nazionale) per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028. Di questi, duecento milioni di euro saranno a carico dei comuni, mentre cinquanta milioni di euro graveranno sulle province e sulle città metropolitane.

«Più costi e meno servizi»

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I sindaci firmatari della lettera sottolineano: «Gli schemi che stanno circolando prevedono per il solo 2024 quasi 47 milioni di euro di taglio netto ai Comuni Lombardi. Sono risorse necessarie, anzi vitali, per la tenuta del Titolo I dei nostri bilanci e dell'equilibrio contabile dei nostri Enti. Per questo, oggi più che mai, chiediamo con forza che queste risorse, essenziali per finanziare la Spesa Corrente, quella che impatta più direttamente in termini di servizi e prestazioni sulla cittadinanza, non siano ridotte, come prevede il Piano dei tagli per i prossimi cinque anni».

«Almeno quelle attuali»

In poche parole i sindaci spiegano che tagli simili indurranno a chiedere più soldi ai cittadini e a tagliare servizi essenziali che non saranno più sostenibili. Al contrario, i sindaci sottolineano che «servirebbero risorse aggiuntive». Da qui però la richiesta: «Non chiediamo che ci siano date quelle in più, ma almeno che ci vengano lasciate quelle attuali».

Commenti
Roberta

Cambia il partito, ma la gente che lo vota è sempre quella. Si spera che possano ritrovare la dignità delle lotte di un tempo (ad oggi no). Ps vivo in un mondo dove devo pagare l'irpef, cosa che tu evidentemente non fai

Sebastian

Roberta, ma per favore, ma smettila, questa lega non ha più nulla a che vedere con quella vera di Lega. Son 10 anni che Salvini fa tutto il contrario di quello che voleva la vecchia Lega. Solo tu non te ne sei accorta? In che mondo vivi?

Sebastian

Quando la capirete, destra, sinistra, sopra, sotto, sono tutti uguali? Per Roma la Lombardia è una colonia, una terra da sfruttare e basta, voi siete colonizzati, il vostro destino è lavorare, pagare e subire. Però vi lasciano tifare per la Nazionale.

Roberta

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