Nomine del Comune di Bergamo, modifiche al regolamento: la fiducia del sindaco prima di tutto
Un'aggiunta rende di fatto esplicito che il parere del sindaco prevale su altri criteri, compresa l'incompatibilità, anche a bandi chiusi

Un cambiamento formale o sostanziale? Nel corso dell'ultima seduta del Consiglio comunale di Bergamo, quella del 12 giugno, sono state approvate le modifiche al Regolamento per le "nomine e designazioni di rappresentanti del Comune presso enti, aziende ed istituzioni".
All'articolo 1 comma 1 del nuovo documento, che poi è stato approvato in Aula, dove già prima si stabiliva che le nomine erano fatte dal sindaco su garanzie di «obiettività e moralità pubblica, nonché [...] di competenza tecnica e/o giuridico amministrativa», si è aggiunta una frase alla fine.
Una frase che spiega come «tali nomine o designazioni trovano comunque il loro fondamento sul carattere fiduciario del rapporto tra il sindaco e il nominato o designato».
Le modifiche al Regolamento
Condizione a cui rimanda anche l'articolo 2 comma 5 quando spiega che, quando le candidature a un ruolo sono insufficienti, oppure sono giudicate inadeguate dal sindaco (cioè quando, oltre alle abilità necessarie, manca il rapporto di fiducia), il primo cittadino può provvedere direttamente a una nomina. Su cui, infine, insiste pure il comma 3 dell'articolo 8, quando si ribadisce che incide anche sul criterio di promozione del ricambio generazionale delle poltrone.
Insomma, chi siede nelle società partecipate e negli enti istituzionali e culturali per il Comune, viene certo scelto dal sindaco per le sue competenze e la sua specchiata onorabilità e moralità, ma anche e soprattutto - perché è evidente dal nuovo regolamento che questo aspetto prevale sugli altri - in virtù dello stretto legame di fiducia che lo lega al primo cittadino. Le modifiche, dopo l'esposizione della sindaca Elena Carnevali, sono appunto passate senza alcuna effettiva obiezione, con 25 voti favorevoli (quindi anche del centrodestra), quattro astenuti (Ida Tentorio, Giulia Ceci, Cristina Laganà, Arrigo Tremaglia) e uno contrario (Filippo Bianchi).
La fiducia prima di tutto
Una, però, è stata fatta fuori Consiglio via social dall'organizzazione politica "Progetto Base-Bergamo accogliente solidale ecologista", secondo cui «in altre parole, il criterio centrale non è più la competenza, ma la fiducia personale di cui il soggetto gode presso il sindaco». Con, tra l'altro, il primo cittadino a poter decidere le nomine al di fuori di un bando già concluso, addirittura in deroga al comma 3 dell'articolo 1, quindi ignorando eventuali motivi di incompatibilità. «Tutto questo - ha concluso il gruppo - mina profondamente il principio secondo cui il Comune, e chi lo rappresenta, dovrebbe garantire imparzialità, trasparenza e rappresentatività per tutti i cittadini».
In realtà, nonostante nel Regolamento valido sotto l'ultima Giunta Gori non fosse specificato, era chiaro che il sindaco nominasse i rappresentanti, che dovevano avere tutti i requisiti necessari, sulla base di un rapporto di fiducia. Semplicemente, questo fattore non era reso esplicito, mentre invece adesso sì. Con il distinguo, forse, che in ultima analisi è il legame con il primo cittadino che vince su tutto il resto, anche sulle capacità e le norme dei bandi.
A me sta giunta mi sembra la riedizione di ZELIG- CIRCUS di Claudio Bisio
Alla faccia della competenza e della trasparenza. Il sindaco e i suoi nomineranno nelle partecipate gli amici, gli amici degli amici, i parenti e gli amici dei parenti, in base al reddito che daranno le varie poltrone.