Pro Vita entra nel Consiglio delle donne di Bergamo, malcontento a sinistra
L'idea sarebbe di mettere in discussione l'ammissione del gruppo alla prima seduta del 14 gennaio, cambiando le regole dello Statuto
Una decisione che ha già scatenato il caos tra le fila della sinistra: l'Associazione Pro vita e famiglia è entrata nel Consiglio delle donne di Bergamo. La questione, però, non è destinata a finire qui, almeno da quanto fanno capire alcune consigliere e gruppi attivisti esterni, che hanno annunciato che alla prima riunione del prossimo 14 gennaio daranno battaglia per rivedere la decisione.
Il precedente tentativo
Il gruppo aveva fatto richiesta anche in passato, nel novembre 2022, di poter entrare nell'organo istituito da Palazzo Frizzoni. In quell'occasione, però, dopo che era scoppiato un putiferio in Aula e si era stati costretti a sospendere la seduta, alla ripresa avevano votato contro diverse esponenti legate alla maggioranza politica che reggeva l'allora Giunta, principalmente Lista Gori e Pd.
A mettersi di traverso rispetto all'ingresso delle Pro vita nel Consiglio, erano state anche le appartenenti al gruppo femminista "Non una di meno", che avevano pure voluto presenziare al momento della discussione del tema all'ordine del giorno.
Un ingresso poco gradito
Come si è arrivati alla situazione attuale? Con l'inizio dei lavori della nuova Giunta, quella di Elena Carnevali, come da regolamento è d'obbligo la ricostituzione del Consiglio delle donne. Quindi, l'Amministrazione ha pubblicato a novembre un avviso per poter presentare le richieste di adesione. La Onlus, di conseguenza, ha fatto domanda, aderendo inoltre alla Carta dei principi, un passaggio necessario per poter essere ammessi. Avendo compiuto questo passo, adesso è dentro a tutti gli effetti.
La loro presenza, tuttavia, per dirla con un eufemismo non è particolarmente gradita a diverse altre consigliere, che pare siano già d'accordo per trovare il modo di accompagnare l'associazione nuovamente all'uscita. Il tutto, provvedendo quanto prima a modificare le regole dello Statuto, in modo tale da evitare in futuro che loro o qualche altro gruppo con idee simili possa entrare con queste modalità nell'organo.
Malcontento a sinistra
Tra chi ha annunciato la volontà di metterle all'angolo, la consigliera Laura Brevi di Lista Futura (Avs), che ritiene le idee portate avanti dai Pro vita contrarie all'autodeterminazione della donna, rappresentative di una morale patriarcale e contro l'aborto. La stessa ha anche espresso contrarietà all'ingresso dell'Associazione Italia Israele nel Consiglio, ritenendo non abbia niente a che fare con quel contesto.
Dal Pd, sebbene abbiano spiegato che inserirle sia stato una procedura democratica, le consigliere hanno espresso perplessità sulla compatibilità tra valori dei pro Vita e principi dello Statuto del Consiglio delle donne. Tra loro, Francesca Riccardi e Barbara Carsana, ma anche la presidente del Consiglio comunale Romina Russo, che aveva tra l'altro votato contro il loro ingresso due anni fa, ma ora avendo un ruolo istituzionale l'ha dovuto in pratica certificare.
Soddisfatti Pro vita e Filippo Bianchi
L'associazione Pro vita provinciale si è invece detta contenta della decisione in Comune, dicendosi pronta a collaborare con le altre realtà presenti nell'ente.
«Molto positivo che Pro Vita & Famiglia Onlus faccia parte del nuovo Consiglio delle donne del Comune di Bergamo - ha commentato il consigliere di Fratelli d'Italia Filippo Bianchi -. Il loro operato in difesa dei bambini, delle madri e dei padri, della vita dal concepimento alla morte naturale, della famiglia, fondata sul matrimonio tra uomo e donna, e della libertà e priorità educativa dei genitori, costituisce un patrimonio prezioso, a disposizione delle istituzioni e della società».
Come sempre, congratulazioni alla democrazia, con la cui parola si sciacquano la bocca ogni minuto, ma poi non la applicano se qualcuno non la pensa come loro! Brave le sinistrate. Vogliono vietare di parlare della vita, quindi si può parlare solo della morte, secondo loro? Allora evitino almeno altre manifestazioni in difesa di bambini vari, vedi Gaza. La vita si difende sempre, non sol0o a loro piacimento e comodo. Se cambiassero il regolamento per espellere chi non la pensa come loro, ci vorrebbe un esposto alla magistratura.
Però, questi democratici e pluralisti che strepitano e impediscono agli altri di portare avanti idee diverse, proprio tolleranti!