Retroscena

Provincia di Bergamo, adesso Fratelli d’Italia vuole il presidente (e non solo)

Al vertice del centrodestra i meloniani hanno avanzato le loro richieste. Intanto sul fronte Pd due diversi convegni la dicono lunga sulla maretta interna

Provincia di Bergamo, adesso Fratelli d’Italia vuole il presidente (e non solo)

In politica conta la presenza. Ma spesso, si nota di più l’assenza. E così, osservando la foto di rito del vertice del centrodestra di sabato 25 ottobre sulla Provincia, salta subito all’occhio un particolare. Mancava un personaggio politico determinante sullo scacchiere: l’assessore regionale Paolo Franco, di Fratelli d’Italia. Ovvero colui che, nel partito della Meloni, detiene il maggior numero di sindaci in Bergamasca, quelli che peraltro votano in via Tasso.

C’era invero, uno dei suoi uomini: il sindaco di Orio Alessandro Colletta. Tuttavia a una riunione così importante, la prima del centrodestra unito da tempo immemore, la presenza di Franco pareva insostituibile.

Ebbene, l’assessore era acciaccato da un piccolo incidente sportivo. In più quel giorno aveva impegni istituzionali improrogabili, fissati in precedenza. Ciò, tuttavia, non gli ha impedito di confrontarsi con il segretario provinciale Andrea Tremaglia nei giorni antecedenti.

La linea condivisa che ne è uscita è la seguente. Fratelli d’Italia vorrebbe come minimo la presidenza della Provincia. E ai nuovi alleati, che negli anni scorsi hanno tagliato fuori i meloniani dalle partecipate, ha palesato l’esigenza di un riequilibrio: tolta dal tavolo la presidenza, i ruoli nelle partecipate andranno suddivisi equamente. E allo stesso modo, tolte la presidenza e le partecipate, col medesimo metodo dovrà essere affrontato lo scacchiere delle Amministrative.

Non solo. I Fratelli hanno chiesto anche che, paese per paese, sia garantita evidenza e partecipazione – anche pubblica – a tutti i partiti della coalizione, indipendentemente da quale casacca indosserà il sindaco. «Siamo contenti che il centrodestra sia tornato unito – dice Franco -. Ora dobbiamo ragionare in maniera strategica e complessiva. Amici sì, ma prima di tutto alleati».

Nell’incontro di sabato si è parlato di metodo e criteri. I vertici di FdI, Forza Italia e Lega hanno analizzato i numeri, favorevoli. Tuttavia non è stato avanzato alcun nome, alcuna candidatura alla presidenza della Provincia. Prematuro, fanno sapere. Anche se ogni partito ha candidati da spendere in via Tasso, come nel resto dei paesi che andranno al voto nei mesi successivi: Treviglio, Caravaggio, Cologno, Urgnano, solo per citarne alcuni.

Intanto, dopo tre settimane agitate, il presidente uscente della Provincia Pasquale Gandolfi è volato a Dubai. Impegni istituzionali. La sua ricandidatura resta in stand by. Quel che accadrà sul versante del centrosinistra lo capiremo presto. Intanto a tener banco sono i due convegni dem dei giorni scorsi, locali ma con respiro provinciale.

Il primo – dal titolo “Città di luce e prospettiva” – si è tenuto a Caravaggio sabato 25 ottobre. E’ stato organizzato dal circolo locale del Pd con l’imprimatur della segretaria provinciale, per cominciare a tracciare la strada del partito verso le prossime elezioni in pianura. Ebbene, non si può dire che l’auditorium del centro civico di San Bernardino, fosse straripante. Venticinque partecipanti in tutto, compresi i relatori e una dozzina di militanti locali.

Il convegno del Pd di Caravaggio

Oltre ai sindaci di Lodi, Crema e Cologno al Serio, a sorpresa è spuntato il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini, con cui il circolo ha rotto i rapporti in seguito alla “vicenda Tura”, uscendo dalla maggioranza. Accoglienza gelida.  Diversamente da quanto scritto sulla versione cartacea – (ci scusiamo dell’errore, ndr) – erano presenti il segretario provinciale Gabriele Giudici e la vicesegretaria Alessandra Bertolotti.

Molto più seguito il secondo convegno, lunedì 27 ottobre, a Brignano Gera d’Adda. Organizzato dai circoli del Pd della Bassa Bergamasca aveva come titolo: “Una cura per una sanità che curi”. Relatori, il consigliere regionale dem Davide Casati, autore di un disegno di legge di iniziativa popolare che ha raccolto centomila firme per cambiare la sanità lombarda; il collega ed ex sindaco di Brescia Emilio Del Bono; e il presidente nazionale dei dem Stefano Bonaccini, di nuovo nella Bassa dopo un passaggio, non troppo seguito, l’estate scorsa alla festa del Pd.

I relatori del convegno di Brignano

Assente il segretario Giudici, in Egitto per impegni personali, in sua vece il convegno è stato introdotto della vicesegretaria Bertolotti che si è affidata a un’introduzione in stile simil-Schlein che non è piaciuta granché. Qualcuno dei presenti l’ha definita benevolmente «troppo lunga». Altri, più trachant: «O capit negot».

Moderatrice, la capogruppo dem a Treviglio, Matilde Tura, che di professione è medico ospedaliero, in pediatria. Sala del Trono di Palazzo Visconti gremita. Oltre 200 persone. Insomma un successo, con Tura in grande spolvero su una materia che peraltro le compete. E in tanti a domandarsi, una volta di più, perché non l’abbiano fatta assessore ai servizi sociali a Caravaggio, evitando una guerra fratricida che ha terremotato mezza politica bergamasca e spaccato il partito.

Il pubblico al convengo di Brignano

Piccolo particolare: dei due convegni, quello promosso sul sito internet del Pd bergamasco – gestito dalla segreteria provinciale -, era il primo. Dell’altro, nemmeno una riga. Il che qualcosa vorrà pur dire. Specie considerando il fatto che il segretario Giudici è sempre stato fiero sostenitore della mozione Bonaccini.

Ma tant’è. Morale dalla favola, il Pd (almeno in parte) è ancora vivo. Se parla di argomenti concreti, con persone competenti, è ancora attrattivo. Se si perde nella politica politicante, sempre foriera di guerricciole interne, alla gente e ai civici viene l’orticaria e guardano altrove. E forse dopo le Piramidi, dalle parti del Triangolo, sede provinciale dei dem, qualche riflessione andrebbe fatta.