Provincia di Bergamo, la vittoria di Pirro del Pd. E Forza Italia vuole la vicepresidenza
I dem da soli non possono governare e ora si apre la battaglia sulle alleanze e sulle deleghe. Il numero due al Carroccio o ai forzisti?
di Wainer Preda
Il segretario provinciale del Partito Democratico, Gabriele Giudici, è contento. All’indomani delle elezioni provinciali dichiara: «Siamo molto soddisfatti del risultato. I numeri segnano un record storico per la nostra lista, a dimostrazione che la sensibilità di centrosinistra nella nostra provincia non solo è andata consolidandosi ma si è ampliata, anche a seguito delle vittorie delle scorse elezioni amministrative».
Sarà che è un vizio della politica quello di vedere successi anche dove non ci sono. Ma le cose in Provincia, invero, non stanno esattamente come professa il giovane leader dei dem bergamaschi.
La vittoria di Pirro
È vero, il centrosinistra ha incassato 7 consiglieri provinciali. Si tratta dell’assessore di Costa Volpino Mauro Bonomelli, del consigliere comunale di Treviglio Erik Molteni, del consigliere di Albino, Giorgia Gandossi, dei consiglieri cittadini Massimiliano Serra e Robi Amaddeo, del sindaco di Stezzano, Simone Tangorra. E, infine, del sindaco di Solza, Simone Biffi.
Solo che di questi sette, sei sono dem e uno è di Italia Viva, Biffi appunto. Per il Pd, dunque, quello di domenica è tutt’al più un pareggio: sei consiglieri aveva e sei sono rimasti. Non solo. Il più votato nel centrosinistra è Bonomelli, vicino a Giovanni Sanga e non al segretario provinciale dem.
Mentre Chiara Drago - sindaca di Cologno, assessore provinciale uscente facente capo alla corrente di Giudici - non è stata rieletta. Brutto colpo per il segretario che avrà un bel daffare anche a spiegare a Elly Schlein che nel trionfante progressismo che avanza in Bergamasca il Pd ha eletto una sola donna, la Gandossi appunto. Dulcis in fundo, a determinare il risultato generale è stata, come sempre, la città. Dove sono stati eletti Amaddeo e Serra, più vicini a Gori che in linea col segretario provinciale.
Ma tant’è. Più che le questioni interne in sé, è importante la battaglia politica. Sì perché i veri giochi in Provincia cominciano adesso. E se la presidenza di Pasquale Gandolfi non è in discussione fino al 2025, è sulla vicepresidenza e le deleghe che il confronto si farà aspro.
Il risultato di domenica ha reso palese che i dem, da soli, non sono in grado di reggere il governo Gandolfi. E dunque, dovranno scendere a patti. Con Italia Viva, in primo luogo. E in subordine con Lega e Forza Italia, i due partiti che con la Grande coalizione hanno sostenuto finora il presidente (...)