dopo la scoperta degli affreschi

Recupero del chiostro di Sant'Agostino, Belotti attacca il Soprintendente: «Ritardo nel sopralluogo»

Interrogazione parlamentare del deputato leghista: «Il progetto non si sarebbe potuto modificare senza demolire i lavori già eseguiti?»

Recupero del chiostro di Sant'Agostino, Belotti attacca il Soprintendente: «Ritardo nel sopralluogo»
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La scoperta degli affreschi di fine Cinquecento nel chiostro piccolo del complesso monumentale di Sant’Agostino potrebbe rappresentare un ostacolo non di poco conto per l’intervento di ristrutturazione e trasformazione degli spazi universitari. Il ritrovamento, infatti, come ammesso dal Soprintendente alle Belle Arti Luca Rinaldi, comporterà necessariamente una revisione del progetto originario.

Ciò significa che i tempi d’intervento si allungheranno e, soprattutto, che alcuni dei lavori già portati a termine potrebbero essere demoliti ed eseguiti nuovamente, con un conseguente spreco di risorse pubbliche. Uno scenario che preoccupa non soltanto il rettore dell’Università Remo Morzenti Pellegrini, ma anche il deputato della Lega Daniele Belotti che, nel merito, ha presentato un’interrogazione al Ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini.

Nel documento il parlamentare leghista chiede di sapere «quando è stata comunicata la scoperta degli affreschi alla Soprintendenza» e perché il Soprintendente non sia intervenuto «né in sede di progettazione, visto che nelle relazioni era stata evidenziata la presenza di affreschi, e nemmeno durante i lavori, visto che si tratta di un edificio di enorme rilevanza storico-artistica, tra l'altro parte integrante con i suoi spazi esterni delle Mura Venete, patrimonio dell'Unesco».

Ma Belotti vuole anche sapere, nel caso in cui si accerti il ritardo nel sopralluogo avvenuto verso la metà di settembre, a chi verranno imputati i costi aggiuntivi per la modifica del progetto e della demolizione delle opere già eseguite. Il sospetto per Daniele Belotti è che ci siano gli estremi per contestare alla Soprintendenza un danno erariale.

Il recupero del chiostro piccolo

L'intervento prevede una spesa di 6,5 milioni di euro finanziati dall'Università, a scomputo degli affitti dovuti al Comune di Bergamo, che è sia proprietario dell'edificio storico sia il soggetto che e segue i lavori e a cui compete anche la progettazione.

Dopo aver eseguito il sopralluogo, Luca Rinaldi ha imposto la sospensione dei lavori e una variazione del progetto: «in particolare – si legge nell’interrogazione parlamentare - le disposizioni prevedono la modifica della pavimentazione, lo spostamento del nuovo ascensore che non dovrà coprire gli affreschi, la revisione delle altezze dei locali».

Ciò che però ha lasciato perplesso il deputato del Carroccio è che «negli articoli di stampa si legge che "l'affresco era affiorato tre mesi fa al primo piano del chiostro" – prosegue il documento parlamentare -. La presenza di affreschi nelle sale al primo piano del chiostro minore era già nota nella relazione del restauratore all'interno del progetto definitivo che risale al 2016». E che «nel giugno 2018, in sede di elaborazione del progetto esecutivo, erano stati effettuati dal Comune ulteriori saggi che avevano evidenziato l'estensione degli affreschi su gran parte della parete».

In questi anni però è proseguita la posa delle tubature e degli impianti a pavimento, mentre i lavori di rimozione dell'intonaco e il recupero dell’affresco sottostante sono iniziati a luglio di quest’anno. Le domande poste da Daniele Belotti al Ministro Franceschini paiono quindi la logica conseguenza del seguente ragionamento: «Se ci fosse stato un tempestivo sopralluogo al momento della scoperta degli affreschi il progetto si sarebbe potuto modificare senza dover demolire lavori nel frattempo già eseguiti?».

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