Verso le elezioni

Tre liste per Paola Benigni ad Albino: «La metà sono donne, tre diciottenni»

In piazza San Giuliano si sono presentati i candidati di “In Albino”, “Paola Benigni Sindaco” e “Futuro in comune”

Tre liste per Paola Benigni ad Albino: «La metà sono donne, tre diciottenni»
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di Elena Conti

«Vogliamo cambiare volto alla città. Abbiamo la visione di una Albino sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, che offre servizi di qualità che si evolvono in funzione dei bisogni, una città attrattiva per le persone e per le famiglie che vogliono costruire qui il proprio progetto di vita». Così ha esordito Paola Benigni, la candidata sindaco sostenuta dalla rete civica “In Albino” che sabato scorso ha presentato alla cittadinanza albinese, in piazza San Giuliano, le tre liste che si sono costituite in seno al progetto.

«Il 50 per cento dei candidati sono donne - ha affermato - e abbiamo tre diciottenni nella lista dei giovani, mentre il più anziano ha 82 anni. Sono persone in gamba, pronte a impegnarsi per il bene comune».

A dare man forte a Paola sono intervenuti anche i consiglieri regionali Pd, Davide Casati e Jacopo Scandella. «Paola piace - hanno dichiarato -, a Milano serpeggia preoccupazione perché rappresenta la voglia di cambiamento. Paola ci ricorda che la politica è stare in mezzo alla gente facendo proposte concrete, prendersi cura della comunità mettendo al centro i più fragili».

La prima lista che si è formata è quella di “In Albino”. «Siamo partiti a gennaio - ha spiegato Marco Campana, referente del gruppo -, confrontandoci con i consiglieri di minoranza e le forze politiche del centrosinistra. Tra i candidati, infatti, abbiamo Giorgia Gandossi che attualmente siede in Consiglio comunale. Rappresentiamo lo zoccolo duro del progetto».

Nella seconda lista, “Paola Benigni Sindaco”, sono confluite persone legate a Paola, portate con sé da collaborazioni precedenti. «La scelta di formare un’ulteriore lista - ha detto la portavoce Cristina Vailati - è stata necessaria a fronte della quantità di persone che desideravano mettersi in gioco in prima persona».

Infine, ci sono i ragazzi (...)

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